“Intendo manifestare senza indugio alcuno, la personale indignazione e di tutto il Partito che ho l’onore di rappresentare cioè l’UdC, circa il grave atto sacrilego, ai danni della chiesa di Santa Maria della Neve, allocata nella frazione Superiore della mia amata Bovalino, ovvero il mio paese”. Così in nota Vincenzo Speziali, responsabile regionale Calabria e membro della Direzione Nazionale dell’UdC; componente del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana.

“Tra l’altro, sono doppiamente colpito dal suddetto gesto, – prosegue – poiché ricordo me bambino, precisamente nelle domeniche della Santa Pasqua, allorquando per la festa ci si recava tutti quanti noi prorio lì e rammento quella chiesa, la quale porto nel mio cuore, sempre e ovunque. In più il medaglione della Madonna (in cui vi era custodito un suo capello), fu donato proprio dal mio pro zio ed antenato, Vescovo Raffaele Morisciano, Episcopo di Squillace”.

“E comunque, ciò premesso, tali continue vessazioni e atti di autentica intimidazione alla comunità ecclesiastica calabrese sono da ritenersi inaccettabili forme di violenza non solo fideistica, ma sociale, ragione per cui non si indietreggierà mai e nemmeno di un millimetro. Al Vescovo Oliva e al parroco della chiesa, va il mio pensiero e dell’UdC regionale, oltre la rinnovata disponibilità ad essere convintamente al loro fianco, quali sentinelle laiche di un sentito credo religioso”, afferma Speziali.

“Purtuttavia, viste le impressionanti modalità e la trafugazione di ostie consacrate, trafugate proprio dal tabernacolo, mi viene l’orrendo sospetto -disgraziatamente molto realistico- che ci si possa trovare, persino in presenza di sette sataniche, verso le quali chiederò attraverso apposita interrogazione parlamentare che presenterà il Segretario Nazionale del mio Partito, cioè l’On. Lorenzo Cesa, una forma di attenzione repressiva, dura, forte ed incisiva, da parte delle forze dell’ordine e della stessa magistratura, la quale dovrebbe di più e meglio, interessarsi a questi eventi, al fine di reprimerli, invece che solamente ad ‘inchieste spettacolo’, destinate a finire sempre e comunque, nella maggior parte dei casi, in boatici nulla di fatto”, conclude.