Caro sindaco Mimmo Lucano,
ho visto un titolone in prima pagina che riportava con enfasi, in termini di mero scoop giornalistico, e, mi permetto di aggiungere, non consona al Lucano-pensiero che io ho conosciuto, la tua opinione espressa a caldo il giorno dopo lo scioglimento di cinque consigli comunali calabresi per infiltrazioni mafiose. Sul “Quotidiano della Calabria” infatti si parla addirittura di “Lucano come guida di una (fantomatica, ndr) rivolta dei sindaci contro il governo e il ministro dell’interno Minniti”. Sono certo che quella tua riflessione sia stata scritta di getto; sia stata l’espressione dell’amarezza che tutti noi proviamo di fronte allo scioglimento di un consiglio comunale. Ma per una scorciatoia di carattere giornalistico, e per la piega che la vicenda ha preso, a mio avviso errata, le soluzioni che si traggono sono che o si è a favore degli scioglimenti dei consigli o si è contrari. E purtroppo è passata l’immagine che il sindaco Lucano si accoda ai contrari, anzi li guida. Il tutto prendendo spunto da un semplice post su facebook in cui Tu esprimevi una solidarietà strettamente personale a degli amministratori che hai visto e conosciuto come integerrimi e onesti. Persone che ti hanno sostenuto e supportato volontariamente nell’opera meritoria e di vera accoglienza che tu conduci da svariati anni. Sono sensazioni che abbiamo provato ed espresso in tanti. E in tanti abbiamo esternato solidarietà e stima verso quelle persone per bene. Ma da qui ad esprimere un giudizio politico sul fenomeno degli scioglimenti; da qui a sentirsi di affermare che un consiglio comunale con tutto il suo “contesto sociale” che lo circonda non subiva contaminazioni mafiose; da qui ad essere certi che Lamezia o Isola di Capo Rizzuto non andavano sciolti e che pertanto occorrerebbe andare a restituire la fascia tricolore a Roma, in difesa di Lamezia o di Isola o di Cassano, da “ Mimmo capatosta il curdo” questo proprio non me l’aspettavo. Quindi caro sindaco Lucano, ti prego di ripensarci e di spiegarti meglio. Sei stato proprio tu a urlare, la sera dello scorso tredici ottobre , nella gremita piazza di Riace, quando a centinaia siamo venuti da ogni dove per abbracciarti, che andassero a indagare su come a Isola di Capo Rizzuto si è gestita l’accoglienza ai rifugiati africani. Ebbene, ora che viene fuori che quel comune era colluso e invischiato in quel pentolone del malaffare, scoperchiato non a caso da uno che si chiama Nicola Gratteri, proprio Tu caro Lucano passi, per la semplificazione di cui ho detto sopra, come difensore di tutto il calderone delle contaminazioni mafiose? Ma com’è possibile? Caro Sindaco Mimmo, ti prego, non lasciarti trascinare in posizioni demagogiche e populiste che sanno tanto di establishment e di conservazione; di retroguardia e di perseveranza di quel “complesso di inferiorità” dei calabresi che Pasolini denunciò sessant’anni fa e che purtroppo risulta ancora così attuale. Rimani un libero pensatore e un libero azionista. Sono certo che persone come la Boldrini, che è venuta a Riace e soltanto a Riace per Te, non capirebbero questa Tua uscita antistatale e antitaliana, neoseparatista e barricadiera che non farà certo bene alla Tua causa, a quella della locride e della Calabria.
Spero e mi aspetto, che tu trovi il modo di smentire pubblicamente tale tua presa di posizione che rischia di fare il gioco di chi ci porta verso un maggiore isolamento della Calabria e della locride.
Ti riporto testualmente qui di seguito una tua analisi rilasciatami in un’intervista di qualche tempo fa.
“… negli anni ottanta a Riace, e ritengo non solo a Riace, vi fu l’ affermazione della nuova piccola e media borghesia, che si sostituì alla vecchia borghesia agraria diventando un processo compiuto sotto gli aspetti sociali, economici e di subcultura del neo-rampantismo dilagante. Era, questa, l’anticamera del berlusconismo. Questa degli ingegneri, dei tecnici, degli architetti, assumeva le sembianze di nuova classe dirigente che imponeva le sue regole. Si sentiva, e si sente, padrona degli spazi; disegnava e disegna, il nuovo territorio, dominava e domina i paesaggi e lo stesso mare. Venne ri-disegnato il territorio delle marine; si realizzò, con un intreccio tra mafia in senso più stretto ma anche con condizionamenti di carattere mafioso, la cementificazione fin sulla spiaggia, producendo masse informi e brutture sul piano estetico.” Caro Mimmo, A questa tua analisi, lucida quanto spietata e formidabile, da applicare quanto meno a tutta la Calabria se non alla Nazione, voglio solo aggiungere di mio che spesso e volentieri, a queste nuove forme di classi falso- borghesi, piccole e medie, facevano, e fanno da sponda, gli uffici tecnici e gli apparati burocratici degli enti locali, a volte con la complicità e la direzione della politica ma probabilmente talvolta all’insaputa e anche contro le sfere politiche. Dentro intrecci perversi di corruzione, favori, voti di scambio, familismo amorale, immorale e, direi, criminale. In questo brodo di coltura ritengo nascano le contaminazioni e le collusioni che portano agli scioglimenti dei consigli comunali. Ed ecco perché non occorre attendere sentenze o procedimenti penali. Non si tratta di atti e procedimenti rilevanti sul piano penale, anche se questi in seguito potranno pure essere rilevati, come quasi sempre è poi venuto fuori, ma si tratta di “procedimenti” politici malsani: ed è con la politica che bisogna rispondere. E lo scioglimento dei consigli comunali sono una risposta sul piano politico-sociale. Ed è per questo che io concordo con chi sostiene che occorre licenziare oltre che gli amministratori-politici (che non potevano non sapere!), anche i burocrati e gli apparati che hanno creato e mantenuto quelle collusioni.
Che poi occorra rivedere qualcosa e occorra far si che la democrazia non venga sacrificata con le nomine dei commissari, su questo sono e siamo tutti d’accordo. Che occorre fare salve le persone singole per bene? Altrettanto d’accordo. Ma che la amara medicina-scioglimento dei consigli comunali sia peggio della malattia-comune contaminato, come molti vorrebbero far credere, e come forse pure Tu pensi, su questo caro Sindaco Lucano io ritengo Ti sbagli. E si sbagliano, agendo in mala fede, coloro che strumentalmente e demagogicamente cavalcano un’opinione pubblica diffidente, rassegnata e talvolta, ahinoi, ammiccante verso certa “illegalità” e ostica verso lo Stato e la Repubblica.
p.s. caro Mimmo perdonami, lo sai che ti parlo da fratello e da colui che in passato per ascoltare i consigli tuoi e di persone a te care ho commesso, (convintamente, e lo rifarei ora), una pesante disubbidienza e un atto di ribellione che mi hanno portato a rinunce succose e a costi personali elevati. Ora sono io a chiederti: da qui a breve si andrà a votare, se non ti hanno già avanzato delle lusinghe sono certo te le faranno. E più di uno. Ti prego accetta e fatti eleggere al parlamento della Repubblica Italiana. Magari, in caso di elezione, il giorno dopo rinuncerai all’immunità parlamentare. Ma ti supplico, se vuoi portare sempre più in alto le istanze degli ultimi e dei diseredati della storia a cui hai dedicato tutto te stesso e ben oltre, accetta e te ne saremo tutti grati.
Con affetto Bruno Grenci
29 novembre 2017