R. e P.
A quasi undici anni dal suo inizio, la vicenda giudiziaria a carico del dottor Francesco Cagliuso, all’epoca dei fatti Vicesindaco e assessore alla Pubblica istruzione e alla Cultura del Comune di Caulonia, si è conclusa con una condanna a 2 mesi di reclusione – pena sospesa – resa definitiva dalla pronuncia della Suprema Corte di Cassazione alla quale l’imputato, patrocinato dagli
avvocati Nicola Alvino e Cesare Placanica, aveva fatto ricorso dopo essere risultato soccombente in entrambi i precedenti gradi di giudizio. La Cassazione non si è limitata a dichiarare inammissibile il ricorso, ma oltre all’addebito di tutte le spese di lite, lo ha condannato al versamento della somma di 3.000,00 Euro alla cassa delle ammende, i cui fondi, come si sa, sono destinati all’assolvimento di progetti vari, volti al reinserimento nel sociale di soggetti ex detenuti o all’edilizia per gli stessi e altro ancora. La condanna è l’epilogo di quanto accaduto l’8 agosto 2008, quando l’allora vicesindaco e assessore Cagliuso aggredì con un violento schiaffo il giornalista Armando Scuteri, corrispondente di Gazzetta del Sud, che si stava allontanando
dalla spiaggia per aver appena ultimato di scattare delle fotografie, nello specchio d’acqua antistante il centro abitato di Marina di Caulonia, relative ad un copioso sversamento fognario in mare.
Compiuto il misfatto, Cagliuso si diede alla fuga recandosi nella caserma dei carabinieri per denunciare di essere stato aggredito dal dottor Scuteri. Quest’ultimo si è trovato a subire un processo dal quale – difeso dagli avvocati Adele Ritorto e Pier Francesco Campisi del Foro di Locri – ne è uscito ab initio (primo grado) pienamente assolto. Ed ancor più – costituitosi parte civile,
immanente anche in appello con l’avvocato Adele Ritorto – ha ottenuto, in suo favore, la condanna del dott. Cagliuso al risarcimento dei danni. Tre giorni dopo i fatti, in sede di Assise cittadina, quasi tutti i consiglieri di maggioranza espressero solidarietà al loro assessore; i tre consiglieri di uno dei due gruppi di opposizione, Francesco Portaro, Cosimo Vallelonga e Vincenzo Rullo,
invece, chiesero le dimissioni di Cagliuso. Quest’ultimo, nella seduta successiva, dichiarò che quanto era successo tra lui e il giornalista Scuteri era «un fatto che riguardava la sfera privata», ma poi in Tribunale ammise di essersi recato sul posto a seguito di una telefonata del sindaco, che gli chiedeva di recarsi sul lungomare per verificare lo sversamento. La ricostruzione del dottor Cagliuso era quella di essersi rivolto «con garbo», ricostruzione in antitesi con la documentazione medica dell’Ospedale di Locri dalla quale risultavano, a due ore di distanza dai fatti, ancora
visibili i segni dell’aggressione subita dallo Scuteri. Cagliuso comunque ha ammesso il suo intento di ‘contenere’ la divulgazione della notizia che invece lo Scuteri stava documentando, nonostante lo sversamento in mare fosse di notevole entità e prudenza richiedesse che ne venisse informata la cittadinanza, per prevenzione della salute pubblica.
nella foto il professore Francesco Cagliuso, l’.8.08.08 – un attimo prima di aggredire il dr Scuteri.