Si è tenuto lo scorso 31 marzo e l’ 1 aprile, il seminario formativo “Crimini in Famiglia: profili comportamentali di autore e vittima di reato nei casi di figlicidio e uxoricidio”. Otto ore ricche di contenuti suddivise in due mezze giornate, con il Patrocinio della Camera Minorile di Locri e della Caritas Diocesana Locri – Gerace, in cui grazie all’intervento della Dott.ssa Stefania Borghetti Psicologo clinico, Psicodiagnosta, Psicologia applicata all’analisi criminale, è stata fornita un’ampia ed articolata lettura delle tendenze di origine genetica o ambientale che possono indurre un individuo a compiere atti o comportamenti antisociali. La dott.ssa Borghetti ha poi analizzato, con dovizia di particolari, le motivazioni che possono condurre al Figlicidio, supportando la trattazione attraverso il richiamo alle due scuole di pensiero del Prof. Resmick e del Prof. Mc Kee, per concludere con una profonda considerazione su quello che lei stessa ha definito <<il numero oscuro>>. Ebbene, sì, troppi sono i delitti che rimangono nascosti. Ha continuato i lavori, la Dott.ssa Angela Tibullo, Criminologa, con la quale è stata ricostruita la scena del crimine, soggetti coinvolti, metologie, usi. La dott.ssa Tibullo ha offerto in visione agli intervenuti stralci dei lavori svolti nei casi “Cogne e Loris”, invitando la platea ad analizzare le modalità dei due omicidi posti a confronto. Ampio, partecipato e costruttivo il dibattito che ne è scaturito. In seconda giornata ha aperto i lavori la Dott.ssa Adele Caraffa, Sociologa ed Assistente Sociale Specialista la quale ha fornito un quadro di insieme dell’evoluzione nel tempo del concetto della famiglia dando ampia voce alla necessità ed esigenza che sia necessario Prevenire le condotte “deviate” dei propri figli, intervenendo e comunicando. Prevenzione e Comunicazione i due pilastri portanti che le famiglie del giorno d’oggi non devono assolutamente trascurare. <<I nostri figli hanno bisogno di attenzione, di comunicazione, non può e non deve succedere che i nostri ragazzi sfidino la sorte con selfie mortali, per sentirsi parte di un gruppo o per attirare l’attenzione>> questo quanto emerso dall’eloquio della dott.ssa Caraffa, attenta alle problematiche di un’adolescenza deviata. Ha ceduto così la parola alla Dott.ssa Domenica Cosoleto, Giornalista e Pubblicista la quale ha puntato la sua attenzione sulla necessità e sull’obbligo/dovere del giornalista che si occupi di crimini – soprattutto familiari – di rispettare il codice deontologico. Troppe volte infatti, accade che le vittime siano per così dire “aggredite” da domande incalzanti, invadenti che quasi le stigmatizzano anziché preservarle. Ampio il dibattito che ne è scaturito anche sul dovere di cronaca e sulle mofìdalità di esplicazione dello stesso.

Ha concluso i lavori l’Avv. Maria Cristina Caracciolo, membro della Camera Minolrile di Locri, presieduta dall’avv. Anna Daniela Gatto, cui vanno i saluti dell’associazione DoMino, rappresentata altresì dall’Avv. Ester Leggio che ne ha curato i saluti istituzionali in prima giornata. L’Avv. Caracciolo, ha fornito alla platea un’accurataanalisi delle tutele per le vittime di reato attraverso lo studio condotto dallo Stalking al Femminicidio. Emblematica, una frase dell’Avv. Caracciolo “Femminicidio …. di genere si muore”. Una frase, questa, che racchiude il senso profondo della triste realtà in cui viviamo, Donne uccise barbaramente da colui che diceva di amarle e di proteggerle. Da qui la necessità delle campagne di sensibilizzazione e di divulgazione contro ogni forma di violenza, di cui l’associazione DoMino si fa portavoce sul territorio anche in collaborazione con altre associazioni.

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