Nei giorni scorsi, durante un servizio di controllo del territorio nel centro storico di Catanzaro, una negoziante contattava il numero di emergenza 112 segnalando che un giovane, accompagnato da un altro ragazzo che nella circostanza aveva atteso all’esterno dell’esercizio commerciale, poco prima aveva acquistato presso il suo negozio un prodotto, spendendo una banconota da 100,00 Euro; la donna, subito dopo l’uscita del “cliente” dal locale, si accorgeva però che la banconota era falsa. Tempestivamente un equipaggio della Sezione Radiomobile del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri è giunto sul posto, recuperando dalla negoziante la banconota e acquisendo rapidamente una descrizione dei due soggetti. La pattuglia, pochi minuti dopo, rintracciava i due sospettati, perfettamente corrispondenti alla descrizione indicata dalla negoziante; gli stessi venivano pertanto sottoposti ad accurato controllo sul posto, all’inizio del quale Z.S., 33enne proveniente dal reggino e con numerosi precedenti penali, su richiesta degli operanti, estraeva dalle tasche dei pantaloni una cospicua somma di denaro (quasi 900 Euro) contante, negando di averne altra con sé. I militari, atteso l’atteggiamento sospetto dei ragazzi, procedevano alla perquisizione personale, nel corso della quale, in effetti, riscontravano l’esistenza di un’altra cospicua somma di denaro (circa 350 Euro) ben occultata in una tasca interna del giubbino indossato dal soggetto che materialmente avrebbe precedentemente effettuato l’acquisto. I due sospettati venivano condotti in caserma per più approfonditi accertamenti al termine dei quali si riscontrava la falsità di tutte le banconote (del taglio di 50,00 e 20,00 Euro) rinvenute sulla persona di Z.S. nella tasca interna del suo giubbino. Quest’ultimo veniva arrestato in flagranza di reato per Spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate (art. 455 c.p.) in concorso (art. 110 c.p.) mentre l’altro soggetto, il fratello 29enne Z.S., con il ruolo di “palo” all’esterno del negozio, è stato deferito in stato di libertà per il medesimo reato.