Sono tre le persone arrestate a Catanzaro dalla polizia in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal Gip presso il Tribunale del capoluogo calabrese, su richiesta della Procura . Le accuse sono resistenza a pubblico ufficiale, minaccia, lesioni personali e danneggiamento. Due le persone in carcere ed una agli arresti domiciliari. L’indagine, coordinata dalla procura catanzarese e svolta dalla Digos, si riferisce ai fatti del 20 maggio nel quartiere Aranceto del capoluogo calabrese, durante l’esecuzione di due misure cautelari nei confronti di persone accusate di atti persecutori ed estorsione realizzati per costringere alcuni assegnatari di immobili Aterp ad abbandonare le loro abitazioni per la successiva occupazione abusiva.

I poliziotti furono aggrediti per evitare l’arresto degli estorsori. Diversi agenti, nel corso delle colluttazioni, riportarono ferite. Gli indagati, inoltre, danneggiarono le autovetture di servizio della polizia. Gli agenti furono infatti aggrediti anche da alcuni complici degli arrestati, ancora non identificati. Grazie alle indagini, ed in particolare ad un filmato girato da un cittadino e diffuso sui social, è stato possibile identificare l’identità di tre presunti responsabili dell’opposizione alle forze dell’ordine nel corso dell’esecuzione delle misure.

“Con l’operazione condotta dai poliziotti della Digos della Questura di Catanzaro si afferma la presenza dello Stato in quartieri, come quelli alla periferia sud di Catanzaro, per troppo tempo considerati inaccessibili roccaforti della criminalità rom, persino videosorvegliate degli stessi gruppi criminali – commenta il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro – Con l’arresto di tre persone accusate di avere aggredito e ferito alcuni poliziotti, lo scorso 20 maggio, per impedire l’esecuzione di una ordinanza cautelare a carico di due presunti estorsori, non solo si assicurano alla giustizia alcuni dei presunti responsabili di un feroce assalto che solo grazie alla professionalità e al sangue freddo degli agenti non ha avuto conseguenze più gravi, ma si dimostra anche che non può esserci impunità per chi sfida lo Stato e tenta di imporre le proprie regole di violenza e sopraffazione a danno dei cittadini perbene”.

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