Dopo che il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso contro lo scioglimento del consiglio comunale di Casignana, è intervenuto l’ex sindaco Pietro Crinò, affermando che “nel 2013 aveva già dato incarico ai suoi legali di opporsi con un atto amministrativo alla decisione, che secondo molte persone evidenziava gravi lacune. Così l’ex sindaco e i consiglieri del gruppo di maggioranza si erano opposti, al fine di vedere riconosciuta la illegittimità del provvedimento impugnato e la conseguente affermazione della massima correttezza e trasparenza che da sempre ha ispirato l’agire nei confronti del Comune di Casignana”.
L’annuncio è stato quello di proporre appello al Consiglio di Stato verso questa sentenza, che va sicuramente rispettata ma di cui non si condividono le motivazioni.
L’ex primo cittadino ha evidenziato poi l’infondatezza della questione che riguarda la discarica di Casignana, e si è soffermato sul fatto che gli inquirenti non abbiano mai contestato nella sede penale, l’argomento principale su cui richiamare la sentenza accusatoria.
La sentenza del Tar appare quindi priva di motivazioni valide, secondo Crinò, non convince neppure, sempre secondo l’ex sindaco, ricondurre le disorganizzazioni e tutte le irregolarità agli uffici comunali a capo dell’ordine politico, il quale si trova invece così a pagare un prezzo non direttamente riferibile alle sue azioni.
“Per questo, conclude, abbiamo deciso di proporre appello verso una sentenza che appare ingiusta e lacunosa, con la certezza che le nostre ragioni troveranno accoglimento”.
Carlotta Tomaselli
15199news