Per secoli il maiale è stato al centro dell’alimentazione in Calabria con l’allevamento dell’animale la sua macellazione e la preparazione degli alimenti che poi, in una sorta di vera e propria festa, vengono consumati dall’intera famiglia. Il maiale è stato per secoli la dispensa dei calabresi e non solo: la sua macellazione, rigorosamente fatta in casa sino ad una ventina di anni fa, era un rito antico al quale partecipava tutta la famiglia.
Il maiale era il re della tavola nei tempi antichi. L’allevamento del maiale era di vitale importanza nell’economia e nella cultura contadina. Si diceva, infatti: ‘N’ortu e ‘nu porcu risuscitanu ‘nu mortu. Per i nostri antenati l’orto ed il maiale erano capaci di resuscitare i morti. A seconda delle possibilità economiche, quasi tutte le famiglie ammazzavano il maiale, per assicurarsi la provvista di carne per tutto l’anno.
La macellazione del maiale era un rito, un’occasione di festa per la famiglia ed anche per i parenti e i compari o i vicini di casa che venivano invitati per aiutare nella preparazione dei salumi.
L’operazione di macellazione e lavorazione delle carni del maiale durava due o tre giorni.
Oggi, queste prelibatezze, simbolo del patrimonio alimentare della Calabria, sono prodotte con metodi di antica tradizione contadina e apprezzate in tutto il mondo.
(foto inviata per la pubblicazione da Pino Agostino)
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