Undici aziende agricole calabresi sono state sospese dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro a conclusione della missione che si è svolta nella nostro regione a gennaio scorso con lo scopo di contrastare il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori.
L’ispezione ha interessato in particolar modo l’area della Piana di Gioia Tauro dove, come noto, è più numerosa la presenza di extracomunitari impegnati come braccianti agricoli.
La task force dell’Ispettorato del lavoro, un mese va, ha passato al setaccio ben 246 posizioni lavorative, un terzo delle quali, 80 pe la precisione, sono risultate irregolari.
Scoperti trenta tre lavoratori in nero, un extracomunitario impiegato nei campi era invece senza permesso di soggiorno; altri cinque, tutti italiani, sono risultati invece al lavoro nonostante beneficiassero del Reddito di cittadinanza.
Emesse, ancora, quattordici prescrizioni per l’omessa formazione, per non aver sostenuto le visite mediche e per altre violazioni sulla sicurezza. Quanto alle violazioni penali accertate verrà informata invece l’autorità giudiziaria.
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