Camini (RC) – Venerdì la presentazione del libro “La pelle in cui abito” di Kader Diabate
Dall’Africa all’Italia il racconto del drammatico viaggio verso la libertà
Kader Diabate è arrivato a Camini nell’ottobre 2016, insieme a altri nove ragazzi minori come lui, beneficiari del progetto di accoglienza MSNA (minori stranieri non accompagnati) Fami, gestito dalla Eurocoop “Jungi Mundu”. Dopo qualche mese, al compimento dei 18 anni Kader, nato a Man, in Costa d’Avorio, è entrato nel progetto Sprar (oggi SAI) per famiglie. Dotato di una grande vivacità intellettuale e sostenuto dal presidente della Eurocoop Rosario Zurzolo e da tutto il suo staff, ha superato brillantemente gli esami per poter accedere alla scuola pubblica. Si è poi trasferito in Puglia e ha fondato l’associazione “Génération Consciente”, che si occupa dello sviluppo socio-culturale comunitario, ed è un giovane delegato dell’UNICEF.
La sua storia, affidata alla penna dell’insegnante scrittore Giancarlo Visitilli, è ora raccontata in un libro, “La pelle in cui abito” (Laterza): la fuga da casa e l’attraversamento del deserto, l’incarcerazione in Libia e il viaggio nel Mediterraneo, fino all’arrivo in Italia; e ancora, la voglia di libertà, la sua ribellione contro l’arroganza e l’ingiustizia degli uomini, perché la sofferenza vissuta è diventata il carburante per la sua lotta pacifica, nutrita dalla passione per i libri e la cultura.
Kader Diabate sarà di nuovo a Camini per presentare il libro, nell’ambito della seconda edizione del “Laboratorio di dialogo interculturale e interreligioso” sul tema “Dall’integrazione all’interazione”, promosso da “Amica Sofia” in collaborazione con Comune di Camini ed Eurocoop Jungi Mundu. L’incontro si svolgerà venerdì 26 maggio, ore 17.00, nella Sala polifunzionale, con l’intervento del sindaco Giuseppe Alfarano, dei responsabili di “Amica Sofia”, Massimo Iiritano e Raimonda Bruno, il presidente della Eurocoop Rosario Zurzolo, la direttrice della Caritas diocesana di Locri Carmen Bagalà e il prof. Antonio Viscomi dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.
Ufficio stampa