Sono quattro le famiglie di migranti residenti a Camini (RC) entrate a far parte del progetto “APRI ‑ Accogliere, proteggere, promuovere e integrare”, iniziativa della Caritas Italiana finalizzata alla creazione, attraverso buone prassi di accoglienza, di una rete di relazioni e servizi che favorisca la costruzione di sistemi di welfare partecipativo e supporti il processo di inclusione relazionale, socio-lavorativo e abitativo delle persone in accoglienza.
Grazie alla Caritas diocesana di Locri‑Gerace, con l’impegno del direttore Don Rigobert Elangui, della referente Carmen Bagalà, il progetto coinvolge famiglie residenti a Gioiosa Jonica, Bivongi, Benestare e Camini, in collaborazione con la Eurocoop servizi “Jungi Mundu”, il cui presidente Rosario Zurzolo è anche membro dell’Ufficio Migrantes diocesano.
Le famiglie migranti, in stato di bisogno, vengono così seguite da tutor che si occupano di favorire il loro percorso di inclusione e autonomia, dando un ruolo centrale alla comunità locale, nell’ottica di un reciproco sostegno, a beneficio di tutti. Le famiglie di Camini entrate nel progetto APRI, provenienti da Siria, Eritrea e Pakistan, sono ex beneficiarie del progetto SAI della Eurocoop che si sono stabilite nel borgo multietnico e che hanno bisogno di un supporto concreto nel loro percorso di autonomia. Il progetto della Caritas va a completare il loro percorso e viene affidato a figure con esperienza pluriennale nell’ambito dell’accoglienza, gestita dall’equipe multidisciplinare della Eurocoop Jungi Mundu come Giusy Carnà (coordinatrice), Veronica Pileggi (mediatrice) Lidia Hodoroga ed Emanuela Taverniti (operatori sanitari).
L’acronimo APRI racchiude le parole di Papa Francesco sui migranti e il gesto di aprire loro la porta. L’obiettivo è rafforzare la cultura della corresponsabilità, con il coinvolgimento attivo delle Istituzioni nella costruzione di una rete di welfare, sviluppando politiche sociali maggiormente inclusive e attente ai bisogni delle comunità e ai diritti dei cittadini, a partire dalle persone più fragili. Le persone ben inserite nel contesto sociale saranno in grado a loro volta di proporsi come risorse all’interno della comunità in una dinamica virtuosa di sostegno e scambio reciproco.
Ufficio Stampa