In occasione dell’imminente inizio dell’Anno Giubilare, il vescovo della Diocesi di Locri-Gerace Mons. Francesco Oliva ha inviato una lettera ai sacerdoti, diaconi, catechisti e catechiste per condividere importanti riflessioni riguardanti il percorso dell’Iniziazione Cristiana (IC) e la catechesi. Questo avviene in un momento significativo, segnato dalla ripresa delle attività diocesane e parrocchiali, e dalla necessità di riflettere profondamente sulle sfide pastorali della diocesi. La catechesi e l’evangelizzazione sono infatti considerate tra le principali attività pastorali.
Il Cammino “Emmaus”, che ha guidato il percorso di Iniziazione Cristiana fin dall’inizio degli anni 2000, è stato una scelta coraggiosa della diocesi, rappresentando una svolta pastorale significativa. Questo cammino ha coinvolto l’intera comunità cristiana e ha promosso un rinnovamento della catechesi. Tuttavia, la relazione finale di don Mario evidenzia come la situazione sia profondamente cambiata nel corso degli anni, con una progressiva perdita di radicamento diocesano del Cammino “Emmaus”. Nonostante il suo successo iniziale, questo metodo non è più seguito uniformemente in tutte le parrocchie, con alcune che hanno adottato percorsi catechistici alternativi.
La diversità delle pratiche catechistiche attualmente adottate nelle parrocchie crea un’eterogeneità che deve essere ricondotta all’unicità di un progetto diocesano comune. Nonostante le differenti sensibilità pastorali, è essenziale che esistano linee guida condivise. Il problema di fondo, secondo il vescovo, è come si diventa cristiani nella diocesi di Locri-Gerace. La catechesi non può limitarsi alla preparazione ai sacramenti della Prima Comunione e della Cresima, ma deve rappresentare una vera introduzione alla vita cristiana nella sua completezza.
L’importanza della catechesi degli adulti è stata sottolineata come un aspetto fondamentale per il buon esito dell’iniziazione cristiana dei bambini. Il vescovo ha espresso preoccupazione per la mancanza di percorsi catechistici per gli adulti in molte parrocchie e per l’insufficienza di catechisti adeguatamente formati. Questo porta a una stanchezza diffusa nell’organizzare percorsi catechistici che siano realmente efficaci.
La relazione di don Mario richiama anche i limiti esposti negli Orientamenti per l’annuncio e la catechesi “Incontriamo Gesù” (2014). Questi orientamenti sottolineano la necessità di superare modelli catechistici antiquati e di evitare che la catechesi si riduca a banali animazioni di gruppo, slegate dalla testimonianza di carità e dalla vita ecclesiale. La catechesi non può essere delegata esclusivamente ai catechisti: è necessaria una comunità educante che coinvolga tutta la comunità parrocchiale.
Un altro aspetto evidenziato è la necessità di un rinnovamento del cammino formativo che non si limiti solo all’IC, ma riguardi tutta la catechesi, in linea con l’Evangelii Gaudium di Papa Francesco e le indicazioni dei Vescovi Italiani. Gli Orientamenti per la catechesi “Incontriamo Gesù” (2014) hanno già mostrato esiti incoraggianti in altre diocesi, dove si è visto un maggiore coinvolgimento delle famiglie e degli adulti delle comunità. Tuttavia, nella diocesi di Locri-Gerace, è ora il momento di avviare una riflessione più ampia e strutturata.
In risposta a queste esigenze, il vescovo ha annunciato l’avvio di una Commissione per l’iniziazione alla vita cristiana, incaricata di elaborare un Progetto diocesano di catechesi. Questa commissione si occuperà di coordinare i diversi processi catechistici della diocesi, promuovendo una visione unitaria della catechesi in ogni fase della vita. Il coinvolgimento delle famiglie sarà centrale in questo progetto, riconoscendo che i genitori devono essere i primi educatori nella fede dei propri figli.
Per l’anno pastorale 2024-2025, il vescovo ha chiesto di avviare un percorso specifico per i bambini tra i 6 e i 7 anni, con particolare attenzione al coinvolgimento delle famiglie. La catechesi sarà incentrata sulla formazione dei genitori, che diventeranno protagonisti attivi nel cammino di fede dei loro figli. Questo percorso iniziale offrirà un’opportunità per le parrocchie di accogliere e accompagnare famiglie che spesso si affacciano alla comunità cristiana solo in occasione della richiesta dei sacramenti.
Nel suo messaggio, il vescovo ha invitato tutti i sacerdoti, diaconi e operatori pastorali a riflettere sui percorsi di formazione, con particolare attenzione sia al mondo degli adulti che all’Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. Ha incoraggiato tutti a vedere in questo rinnovamento una sfida pastorale entusiasmante, ma allo stesso tempo impegnativa: quella di trasmettere la gioia del Vangelo.
“Abbiamo davanti un lavoro bello ed entusiasmante”, ha affermato il vescovo, citando il paragrafo 266 dell’Evangelii Gaudium, dove Papa Francesco sottolinea l’importanza di vivere con Cristo e organizzare la propria vita con Lui. Il vescovo ha concluso la lettera ringraziando i sacerdoti, i catechisti e i genitori che accompagnano i loro figli, esortandoli a gustare e trasmettere la bellezza della vita cristiana.
Con questa riflessione, la Diocesi di Locri-Gerace si prepara ad affrontare un nuovo capitolo nel percorso di catechesi, con al centro la famiglia cristiana, l’obiettivo è quello di costruire una comunità cristiana più unita, formata e impegnata nell’annuncio del Vangelo.
Intervista al Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace Mons. FRANCESCO OLIVA
1. Eccellenza, quali sono le sfide principali che la Diocesi di Locri-Gerace deve affrontare nel percorso di Iniziazione Cristiana (IC)?
Vescovo: “Una delle sfide principali è la diversità dei percorsi catechistici seguiti nelle parrocchie. Il Cammino ‘Emmaus’, che ha guidato l’Iniziazione Cristiana per molti anni, ha perso parte del suo radicamento a livello diocesano. Oggi troviamo un’eterogeneità di pratiche che rischia di minare l’unità ecclesiale. È importante ricondurre queste sensibilità diverse a un progetto comune, pur rispettando le peculiarità di ogni comunità.”
2. Come intende affrontare la formazione catechistica, soprattutto in relazione alla catechesi degli adulti?
Vescovo: “Il coinvolgimento degli adulti è essenziale. In molte parrocchie, la catechesi è spesso rivolta solo ai bambini e ai ragazzi, ma questo approccio non può funzionare senza un’attenzione anche verso i genitori. La catechesi degli adulti deve diventare il fulcro attorno al quale ruota tutta la formazione. Solo così possiamo garantire una vera e propria trasmissione della fede all’interno delle famiglie.”
3. Quali iniziative sono previste per l’anno pastorale 2024-2025 per rispondere a queste esigenze?
Vescovo: “Abbiamo deciso di avviare un percorso specifico per i bambini di 6-7 anni, ma con un’attenzione particolare alle famiglie. Le famiglie devono essere protagoniste del cammino di fede dei propri figli. Quest’anno ci concentreremo sulla formazione dei genitori, rendendoli attivamente partecipi del processo di Iniziazione Cristiana. L’obiettivo è accompagnare questi nuovi fratelli e sorelle, siano essi bambini o famiglie intere, nel loro percorso di fede.”
4. Qual è il messaggio che vuole dare alla comunità diocesana in questo momento di rinnovamento?
Vescovo: “Il mio invito è quello di affrontare questo rinnovamento con coraggio e speranza. Come dice Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, vivere con Gesù o senza di Lui non è la stessa cosa. Abbiamo il compito di testimoniare la gioia del Vangelo e di trasmetterla alle nuove generazioni. Chiedo a sacerdoti, catechisti e famiglie di lavorare insieme per far gustare la bellezza della vita cristiana a chi è alle prime fasi del cammino di fede.”
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