Ieri sono tornato al Call&Call Lokroi, dopo la manifestazione dello scorso agosto e soprattutto dopo i due incontri al MiSE, dove abbiamo cercato di trovare una soluzione ai licenziamenti voluti dall’azienda. Purtroppo, in quest’ultima abbiamo trovato un muro al momento invalicato, ma l’impegno rimane quello di provarci fino alla fine. Ho ascoltato le paure e le ansie di questi lavoratori, dei loro familiari, ho visto nei loro occhi la disperazione di chi immagina di doversi allontanare dalle proprie case e dai propri affetti, se questa opportunità di lavoro svanisse. In questi giorni ho ripensato all’atteggiamento dei rappresentanti aziendali, al loro cinismo davanti alla fredda prospettiva di lanciare nel buio più di cento (e chissà quante altre) persone che per anni hanno retto la loro azienda. Non un briciolo di umanità, solo calcoli matematici. Mi sono chiesto se nel conto del dare e dell’avere questa azienda abbia più dato o ricevuto da Locri e dalla Calabria, così come dallo Stato italiano. Mi sono chiesto se il lavoro, invece di un diritto, non sia diventato ormai esclusivamente una mera voce di business. Ci si sente impotenti a volte, davanti a situazioni come questa, ma se ho scelto l’impegno politico è soprattutto per combattere tali soprusi. Nessuno di noi ha la bacchetta magica in mano per risolvere i problemi, ma tutti abbiamo il dovere del massimo impegno. Io rimango al loro fianco e prima di me il presidente Mario Oliverio che ha testardamente insistito (e continua ad insistere) affinché si cercasse ogni soluzione possibile, insieme alle più alte istituzioni.
Si tratta di una questione locridea, non solo locrese, prima ancora che calabrese e italiana. Serve e lancio la proposta di una mobilitazione più ampia che coinvolga tutte le istituzioni territoriali, a partire dal Comune di Locri passando per ogni altro ente del comprensorio. Ogni forza politica, sociale, economica, ogni cittadino, ogni sindaco, ogni amministratore deve sentire propria questa battaglia. Il tema del lavoro e dell’occupazione è il giusto tema sul quale fare fronte comune, questa realtà imprenditoriale non può chiudere, sarebbe una catastrofe sociale per l’intero comprensorio. Questo precedente non possiamo crearlo. Non è più il momento della sola solidarietà, adesso serve uno scatto in più. La città della Locride deve unire le proprie forze e difendere i propri diritti. Un’unione che sia da monito a chi immagina di venire a sfruttare la forza lavoro di questo territorio per poi scappare quando meglio crede.
#obiettivoLocride #uniamoci