L’ASD Città di Siderno sta già preparando il nuovo campionato di Prima Categoria. Questa settimana abbiamo incontrato il dirigente Raffaele Salerno per rivolgergli qualche domanda :

Che obiettivi ci sono per il Città di Siderno per il prossimo campionato di Prima Categoria ?

Fare bene e costruire una squadra importante che punti ai play-off. Veniamo da due anni di vittorie consecutive sia in terza categoria che in seconda categoria e in Prima Categoria ci sono squadre importanti allestite per la vittoria del campionato. Noi abbiamo cercato di costruire una squadra giovane ma competitiva. Ringrazio mister Tommaso Costa, con il quale abbiamo condiviso questi due anni di successi. Adesso c’è un nuovo allenatore, Giampiero Squillace, al quale rivolgo il mio personale “in bocca al lupo” insieme al suo staff, molto importante per la categoria, formato da Peppe Carabetta, vecchia conoscenza del calcio sidernese nonché in passato ex capitano del Siderno che allenerà la squadra Juniores ed aiuterà anche il mister e poi il nuovo preparatore atletico che è il Prof. Francesco Romeo, una persona molto conosciuta e benvoluta a Siderno che in passato ha lavorato col Crotone, col Roccella etc. Abbiamo riconfermato tanti calciatori della passata stagione, tra cui il capocannoniere Antonio Carabetta e tanti altri ragazzi ce hanno ben figurato.

Perché si è arrivati alla separazione con mister Tommaso Costa dopo due anni di vittorie ?

E’ stata una scelta dell’allenatore forse dettata da alcune situazioni che si sono create di divergenza sugli obiettivi, sulla squadra da allestire, ed è stato mister Costa stesso che ha deciso di interrompere il suo rapporto. Io non ero presente, perché non ho seguito la parte tecnica, però mi è stato riferito che ci sono state delle divergenze sulla squadra da allestire e sugli obiettivi prefissati e quindi di comune accordo è stata decisa l’interruzione del rapporto lasciandoci comunque in perfetta sintonia e un rapporto umano bellissimo.

Ci sono stati altri calciatori non riconfermati?

Si, nel calcio queste cose ci stanno, si va avanti, cambia la categoria, cambiano gli obiettivi e anche i budget. Noi ci troviamo in una situazione particolare quindi con tanti calciatori magari non si è raggiunto l’accordo per i rimborsi spesa e tante altre situazioni che si possono creare sempre quindi si è deciso di comune accordo di non proseguire più il rapporto. Rimarco il fatto, però, che la stima e l’affetto rimarranno sempre con tutti.

Due squadre cittadine, entrambe nel campionato di Prima Categoria?

Non per essere ripetitivo ma noi abbiamo cercato in tutti i modi di creare un’unica realtà. Da parte del Siderno 1911 non c’è stato nessun tipo di apertura, nessun tipo di dialogo. Non si è riusciti ad arrivare ad ad un accordo e quindi si è deciso di proseguire entrambi in autonomia. Secondo me si tratta di una dispersione di risorse, di energie e di tutto, anche a livello di sponsor, perché se avessimo trovato una sintesi e creato un’unica squadra gli obiettivi per questa stagione potevano essere essere ben diversi. Per quello che mi riguarda, ma penso di interpretare anche il desiderio di tutta la società, mi auguro di poterci tirare fuori prima possibile da questa categoria e tornare a competere  in quei campionati certamente più consoni al blasone ed alla tradizione calcistica sidernese

Questione campo sportivo

La cosa positiva è che a breve dovrebbe arrivare un finanziamento per la ristrutturazione dello stadio “Raciti”. Quest’anno dovremmo essere solo due squadre a disputare le gare ufficiali sul manto erboso anche perché , come ci è stato comunicato, a Ottobre dovrebbe essere pronto il campo di contrada Mirto e quindi tutte le gare dei campionati giovanili dovrebbero disputarsi in quella sede.

Perché soffre il calcio sidernese ?

La sofferenza è a livello generale e commerciale ed inevitabilmente si ripercuote anche sulla squadra di calcio cittadina. Le persone non seguono più questo sport con la stessa passione di una volta e le retrocessioni hanno dato una mazzata definitiva alle nostre ambizioni societarie. Abbiamo dovuto superare tante difficoltà e ad alcuni di noi  dirigenti è  passata la voglia di fare calcio in campionati importanti e dispendiosi. L’affluenza allo stadio limitata per sole 200 o 300 spettatori ci ha costretti a ridimensionare i nostri progetti.

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