Lo stato di salute del manto erboso dello stadio cittadino, nonostante il grande impegno profuso dal custode Vincenzo Pasqualino, non è in buone condizioni. Le troppe gare ufficiali che da mesi vengono disputate allo stadio “Filippo Raciti” vanno a discapito della prima squadra di calcio cittadina che milita nel massimo campionato regionale di calcio ossia quello di Eccellenza. Se le cose nei prossimi giorni non dovessero migliorare la società, così come concordato nella riunione di ieri sera, è pronta ad emigrare altrove per chiudere regolarmente questa stagione, per poi, se non ci saranno adeguate garanzie dell’Ente proprietario della struttura, smettere con l’attività agonistica dopo oltre 100 anni di storia calcistica. Intanto la squadra risulta penalizzata dalle condizioni del terreno di gioco, soprattutto nel periodo invernale, poichè appare evidente che il manto non può più reggere gli impegni di numerosi campionati ed anche ospitare tante squadre del territorio o anche compagini partecipanti ai tornei amatoriali e giovanili. I dirigenti del Siderno affermano che con i suoi 106 anni di storia, l’Asd Città di Siderno 1911 è la prima squadra cittadina e pertanto merita rispetto soprattutto da parte delle istituzioni, cosi come lo meritano i tifosi che non possono assistere a partite disputate su un terreno gibboso e pieno di insidie anche per l’incolumità degli atleti. A fronte di questa situazione davvero critica, la società, sentendosi per l’ennesima volta emarginata e discriminata, sta seriamente pensando di disputare le gare casalinghe in altre strutture. “Abbiamo trovato piena disponibilità da parte del Sindaco Fuda – ha dichiarato il presidente Raffaele Salerno- ma secondo noi la preferenza dovrebbe andare verso questa società. Chi di competenza dovrebbe mettersi la mano sulla coscienza e attivarsi per garantire la sopravvivenza di una società che con tanti sacrifici vuole tenere alto il nome di Siderno sportiva”.
Antonio Tassone
nella foto sotto le condizioni attuali dello stadio comunale di siderno a causa delle troppe partite che vengono disputate settimanalmente.