Stava per essere ucciso dallo zio, perché lo riteneva il responsabile della fine del suo matrimonio, il 23enne (E.S.) che, nella serata di lunedì scorso, si era presentato al pronto soccorso dell’ospedale di Vibo Valentia con una ferita da arma da fuoco all’altezza della spalla destra, quasi in prossimità del collo (LEGGI).

Nonostante il tentativo, da parte della vittima, di sviare le indagini dei Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile e della Stazione di San Gregorio, i militari sono riusciti in poco tempo a scoprire il presunto autore, la vera dinamica dei fatti oltre che il movente.

Il giovane, infatti, aveva raccontato di essersi fermato con l’auto, per urinare, sul ciglio della strada che da Vibo porta a San Gregorio, e di aver sentito, nel silenzio, qualche colpo di arma da fuoco e poi del forte calore alla spalla.

Nella serata di ieri, però, gli investigatori hanno fermato un 40enne vibonese, S.M., accusato di aver cercato di uccidere i propri nipoti, S.E. e S.G, lo scorso lunedì 8 ottobre.

Secondo i militari si sarebbero raccolti sufficienti elementi per delineare la natura passionale del movente: lo zio avrebbe ritenuto che uno dei due nipoti fosse il responsabile della fine del suo matrimonio.

Per questo motivo avrebbe chiesto un incontro a quattro occhi con quest’ultimo col quale però, e per precauzione, all’appuntamento si era presentato anche l’altro, poi ferito dal colpo di pistola.

A seguito di un acceso diverbio, lo zio – forse per imporre la sua autorità – avrebbe estratto la pistola esplodendo 5 colpi verso i due familiari.

Il fermato, che subito dopo i fatti si è reso irreperibile, è stato rintracciato dai Carabinieri e si trova ora presso la Casa circondariale vibonese.

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