Con le accuse di evasione ed incendio sono scattate stamani le manette per un 22enne di Corigliano Rossano, che è stato anche raggiunto da un provvedimento di aggravamento di una precedente misura cautelare a suo carico, che gli ha fatto spalancare le porte del carcere.
La vicenda che lo riguarda risale a febbraio scorso quando è stato arrestato per atti persecutori nei confronti di una minorenne con cui aveva condiviso una relazione sentimentale nei quattro anni precedenti.
Il giovane era stato sorpreso con un coltello nei pressi del luogo di lavoro della ragazza, dove avrebbe preteso di vederla per un “ultimo e definitivo chiarimento”
A seguito di quella vicenda il 22enne era finito ai domiciliari a Rossano Centro, dove era controllato anche col braccialetto elettronico.
Una situazione rimasta stazionaria sino alla notte del 1° maggio scorso, quando il giovane ha richiesto l’intervento di un’ambulanza del 118 perché sosteneva di non sentirsi bene.
Per questa ragione è stato trasportato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Rossano, dove i medici lo hanno visitato e dimesso nel giro di poco.
Dopo gli accertamenti diagnostici il ragazzo è rimasto nella sala di attesa del presidio sanitario per qualche minuto, da dove poi, secondo la ricostruzione effettuata, sarebbe uscito percorrendo la strada per raggiungere l’abitazione dell’ex ragazza.
Arrivato sul posto, sotto il palazzo dalla giovane avrebbe così appiccato l’incendio dell’auto della famiglia di quest’ultima, in particolare della mamma, le cui fiamme si sono estese a due veicoli parcheggiati a fianco, mettendo anche a rischio tutte le persone che abitano in quel complesso residenziale.
Una situazione ritenuta dagli investigatori “di estremo pericolo” che, solo per alcune circostanze favorevoli, non ha avuto altre e ben più gravi conseguenze.
Dopo l’incendio il 22enne sarebbe poi rientrato in ospedale, da dove ha contattato i Carabinieri per segnalare che era stato dimesso e poteva tornare a casa.
Sul luogo del rogo, invece, sono intervenuti i Vigili del Fuoco ed i militari che, contestualmente, hanno iniziato a raccogliere gli elementi di prova a sostegno dell’ipotesi accusatoria culminata oggi con l’arresto.
Per gli inquirenti, quello svelato dalle indagini ed applicato dal giovane, sarebbe un piano “studiato nel dettaglio e finalizzato a riversare tutta la rabbia di un soggetto rivelatosi pericoloso per la vittima e la famiglia di questa”.
L’arresto è stato eseguito dai militari della Stazione di Rossano e del Nucleo Operativo e Radiomobile del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, con il coordinamento investigativo della Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Capo Alessandro D’Alessio.
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