Un centro di raccolta per la demolizione, il recupero e la rottamazione di veicoli, ritenuto abusivo, è stato sequestrato nel lametino dopo che al suo interno sono state ritrovate tonnellate di rifiuti pericolosi di vario genere.

Quattro persone, inoltre, sono state denunciate per diverse violazioni in materia ambientale ed urbanistico-edilizia. I sigilli sono scattati anche per due fabbricati e macchinari ed attrezzature utilizzate dall’attività.

Secondo gli inquirenti sarebbe stata infatti realizzata una vera e propria discarica a cielo aperto, dove si sarebbero accumulati in particolare penumatici fuori usi (cosiddetti Pfu), Raeesedilitappezzeriaplastiche varie, trasformatori, parti di mezzi fuori uso come motori, filtri, marmitte radiatori, e cambi, anche intrisi d’olio.

Presenti anche olii esausti e centinaia di veicoli in disuso ed abbandonati anche senza essere privati dei combustibili né di altre componenti pericolose, “in totale spregio alla sicurezza ambientale” affermano dalle fiamme gialle.

L’area interessata, di circa 11 mila metri quadrati, si estende dall’interno del complesso aziendale fin sopra diversi terreni privati limitrofi, ed il tutto a ridosso di un torrente le cui acque sfociano nel Golfo di Sant’Eufemia, cosa che fa ritenere possano esservi alti rischi di inquinamento, anche col potenziale interessamento della falda acquifera sottostante.

Per questo sono in corso degli accertamenti da parte dell’Arpacal, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, così da valutare se il deterioramento o la compromissione dei terreni e delle acque superficiali e sotterranee, sia talmente significativo da rappresentare un danno ambientale.

L’operazione è stata eseguita dagli uomini della Guardia Costiera di Vibo Marina, della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, dalla Sezione di Polizia Giudiziaria “Aliquota ambiente e territorio” della Procura della Repubblica della Città della Piana e dal personale dell’Arpacal.

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