Due depuratori che, a causa di una serie di anomalie, scaricavano reflui fognari non trattati e non depurati in parte sul suolo circostante, contaminando così il terreno e le falde acquifere sottostanti, ed in parte finiva invece in dei pozzetti finali di uscita bypassando i sistemi di purificazione.

Da qui è scattato il sequestro di entrambe gli impianti che è stato eseguito dal Nucleo Operativo di Polizia Ambientale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Soverato.

In particolare, in uno dei due depuratori ispezionati è stata ritrovata una considerevole quantità di reflui fognari e fanghi che anziché essere avviati allo smaltimento, come imporne la legge, erano stati abbandonati sul terreno e poi scaricati nel corpo recettore.

Nello stesso impianto sono state anche rilevate delle gravi carenze e delle avarie alle varie componenti necessarie per il processo di depurazione oltre all’abbandono incontrollato di rifiuti ferrosi.

Oltre all’attività sui depuratori sono stati effettuati dei controlli sul regolare funzionamento delle condotte fognarie delle relative stazioni di sollevamento scoprendo che il trasporto, per il successivo scarico di reflui fognari, sarebbe avvenuto violando la normativa in quanto eseguito senza la documentazione necessaria per effettuare tale attività.

L’attività si inserisce in una serie di controlli che i militari soveratesi stanno eseguendo sul territorio a dell’ambiente marino e costiero e che nelle scorse settimane ha già portato a diversi sequestri penali e ad elevare sanzioni amministrative per oltre 416 mila euro.

Controlli che ora si sono focalizzati sugli impianti di depurazione delle acque reflue urbane che, spesso, soprattutto nel periodo estivo, rappresentano una delle maggiori criticità per l’ambiente.

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