Posta la parola fine ad una storia di soprusi, violenza e vessazioni ai danni di una donna con due figli. Il Tribunale di Castrovillari, accogliendo le richieste avanzate dal PM, dr. Calderaro e dal collegio difensivo della donna, costituitosi in difesa delle parti civili, formato dagli avvocati Ettore Zagarese, Nicoletta Bauleo ed Umberto Tarantino, ha condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, senza benefici, e al risarcimento del danno in favore della parte civile C.F. di 24 anni, costituitasi in proprio e quale genitrice esercente potestà sulle figlie minori, il ventiquattrenne coriglianese G.M.
I fatti
G.M., che si è professato innocente durante il dibattimento, è stato condannato in primo grado a causa dei reiterati atti di vessazione e di violenza fisica verso la compagna C.F., commessi sia durante la convivenza che dopo la separazione alla presenza dei figli minori. Durante ogni discussione – riferisce una nota dei legali della donna- l’uomo offendeva senza sosta la donna, ingiuriandola pesantemente e ribadendo come i figli fossero una sua proprietà, sui cui comandava, obbligandoli all’obbedienza totale.
La giovane, in base a quanto emerso, veniva picchiata dal compagno, anche quando, proteggendo i figli, si frapponeva col suo corpo di fronte alla violenza del ragazzo per provare ad evitare la sua furia. Pertanto stanca delle vessazioni aveva dunque deciso di lasciarlo avanzando al giudice civile specifica richiesta di potersi allontanare, tornando dunque a vivere nella famiglia di origine. L’uomo, invece, avrebbe continuato a minacciarla anche tramite messaggi audio: «Dì a tuo padre di stare attento alle figlie, perché ne ha due e non me ne frega niente. Io ti distruggo per tutta la vita… due euro di benzina utilizzo…… Io per ora non ho fatto nessun reato, ma il reato sto per commetterlo e poi mi possono mandare al 41 bis…». Per questo motivo G.M. era stato raggiunto da provvedimento cautelare emesso dal gip di Castrovillari. Per ora la vicenda, dopo una complessa istruttoria, ha trovato un primo epilogo con la condanna dell’uomo in primo grado.
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