Un’operazione congiunta, chiamata in codice “Wave”, eseguita dai Carabinieri e dalla Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, ha acceso i riflettori sul settore turistico-alberghiero, passando al setaccio le attività presenti lungo i 52 chilometri della costa della provincia napitina.

Obiettivo è stato quello di verificare il rispetto delle normative ambientali, di igiene e sicurezza dei prodotti agroalimentari, ma anche le autorizzazioni e le concessioni marittime da parte delle strutture ricettive: il tutto per garantire lo sviluppo sostenibile dell’economia balneare, vigilando attentamente sulla tutela dell’ambiente e degli ecosistemi marini, e a turisti e bagnanti di poter godere di un mare e di una spiaggia pulita e di strutture che offrano servizi di alta qualità, nel rispetto delle leggi e regolamenti di settore.

Per svolgere l’operazione è stata così costituita una task force robusta, modulare e flessibile, grazie alle direttive del Comandante della Legione Carabinieri “Calabria”, il Generale Pietro Salsano; del Direttore della Direzione Marittima di Reggio Calabria, il Capitano di Vascello Giuseppe Sciarrone; e del Comandante della Regione Carabinieri Forestale, il Colonnello Giovanni Misceo.

I controlli sono stati eseguiti dai militari, che hanno potuto beneficiare delle competenze specialistiche dei colleghi Forestali, di quelli del Nil, il Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’Arma; dei Nas, il Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Catanzaro e del Reparto Tutela Agroalimentare di Messina.

I servizi sono stati preceduti da ricognizioni aeree effettuate dall’8° Nucleo Elicotteri di Vibo, in modo da individuare e monitorare dall’alto le attività imprenditoriali che operano nel settore, lungo la Costa degli Dei.

DUE SITI SOTTO LA LENTE

Durante le prime verifiche, condotte su due siti specifici, sono state così scoperte diverse irregolarità che hanno portato a sanzioni amministrative significative e alla sospensione delle attività commerciali.

Nel primo sito è stata accertata una gestione irregolare dei rifiuti. Altre indagini sono in corso per quanto riguarda i sistemi di smaltimento e di depurazione delle acque. Inoltre, è stato scoperto che cinque lavoratori non avessero un contratto regolare.

Nel secondo controllo, oltre a violazioni contestate per la carenza di documentazione di conformità ambientale, sono stati trovati ben 23 lavoratori “in nero”.

L’insieme di queste irregolarità ha portato all’applicazione di sanzioni amministrative che superano complessivamente i 100 mila euro. Allo stesso tempo, è stata disposta la sospensione delle attività coinvolte in attesa che le criticità rilevate siano regolarizzate.

SI CONTINUA PER TUTTA L’ESTATE

Le operazioni di controllo continueranno ininterrottamente per tutta la durata della stagione turistica, con l’obiettivo di assicurare la massima tutela a tutti coloro che scelgono di visitare e soggiornare nella Costa degli Dei.

L’impegno del Nil nella lotta al lavoro nero ha già portato a importanti risultati. Durante i controlli effettuati finora, come già detto, sono stati scoperti 28 lavoratori in nero in due strutture.

“Questo fenomeno, che mina i diritti dei lavoratori e crea una competizione sleale nel settore turistico-alberghiero, non sarà tollerato” affermano dall’Arma che ribadisce come, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, continuerà a intensificare le attività investigative per individuare e perseguire coloro che si rendono responsabili di queste pratiche illegali.

Il Generale Salsano e il Capitano di Vascello Sciarrone hanno assicurato infatti che estenderanno i controlli agli 800 km di costa calabrese, grazie alle forti sinergie sviluppate dai Carabinieri e dalle Capitaneria di Porto, per promuovere un turismo sostenibilerispettoso dell’ambiente e delle comunità locali, valorizzando le ricchezze naturali, culturali e culinarie di questa affascinante regione italiana.

cn24tv.it