Un monopolio che – e’ stato riferito in conferenza stampa – la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri cementava e fortificava con una asfissiante azione estorsiva ai danni di esercizi commerciali e imprese, tenuti sotto costante pressione e sotto la costante minaccia di attentati, che gli affiliati della cosca mettevano in atto a volte con mezzi eclatanti, ricorrendo spesso anche a bombe rudimentali e da guerra estremamente pericolose, assemblate anche grazie al lavoro di minorenni, utilizzati tra l’altro anche nel traffico di sostanze stupefacenti. A delineare la pericolosita’ del clan, oltre a Gratteri, e’ stato il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, che ha definito la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri “una cosca molto radicata, capace di restare in auge nonostante i vari blitz subiti, e infatti – ha spiegato – abbiamo accertato anche i costanti contatti che i vertici del sodalizio tenevano con gli affiliati anche dal carcere. Questa operazione – ha aggiunto il magistrato – si inserisce nella nostra costante azione di contrasto e conferma la necessita’ di non abbassare la guardia sulla realta’ di Lamezia Terme”. Di “azione sinergia e di squadra” alla base del successo investigativo sotteso all’operazione “Crisalide 3” ha parlato il nuovo comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, il colonnello Antonio Montanaro, insediatosi pochi giorni fa nel capoluogo calabrese: “Questo blitz – ha proseguito Montanaro – si colloca nel solco del grande lavoro fatto mirabilmente in questi anni”.
A sua volta, il tenente colonnello Giuseppe Carubia, comandante del Reparto operativo provinciale dei carabinieri, ha delineato le dinamiche cella cosca disarticolata con questa operazione che – ha spiegato – “praticamente ha completato il quadro organizzativo di questa organizzazione”. Altri dettagli sono poi stati forniti dal comandante dei Carabinieri del gruppo di Lamezia Terme, il tenente colonnello Massimo Ribaudo: “La pericolosita’ del clan Cerra-Torcasio-Gualtieri – ha riferito – si evince da tanti elementi, come a esempio il transito nelle fila di questa cosca di un esponente di spicco di un clan rivale, per il quale in passato aveva anche avuto il mandato di uccidere”. All’incontro con i giornalisti ha partecipato anche il capitano Donato Pontassuglia, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Lamezia Terme.
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