“In poco più di tre anni di incarico ho inoltrato circa 800 segnalazioni alle istituzioni di pertinenza su lesioni dei diritti di minori, più della metà inviate anche alle Procure della Repubblica”. Lo afferma in una nota il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione, il dottor Antonio Marziale. “Ricordo che con 105 mila euro annui in bilancio, ne ho stralciati 50 mila per la formazione del personale medico-anestesiologico – quale impegno richiestomi dall’allora Commissario straordinario alla sanità della Regione, Massimo Scura – per l’istituzione della Terapia intensiva pediatrica, che adesso opera a pieno ritmo a Cosenza assorbendo, purtroppo, bambini anche provenienti da regioni limitrofe. Ho pagato la retta – continua Marziale – per l’assicurazione del pulmino che accompagna i bambini del quartiere ghetto “Ciambra” di Gioia Tauro a scuola, ottenendo un contenimento corposo della dispersione scolastica, e adesso quei bambini, grazie ad un gioco di squadra con la Prefettura di Reggio Calabria, usufruiscono anche di una strada asfaltata, seppure ancora tanto rimane da fare in quel quartiere. Ho contribuito in maniera determinante alla piena affermazione del protocollo “Liberi di Scegliere”, che aiuta i minori ad affrancarsi da famiglie mafiose, facendo da “cerniera” tra il Tribunale per i Minorenni ed altre istituzioni, anche parlamentari. Ho promosso e fatto tante, ma tante di quelle iniziative, che non posso in questa sede narrare per ragioni di spazio, ma dettagliate nelle mie relazioni annuali, e perciò mi dico sbalordito dell’audizione di ieri, dinanzi alla Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, dell’Autorità Garante nazionale Filomena Albano, che ha prodotto una percezione fuorviante dell’Istituto del Garante in senso lato”.
”Albano si dice limitata nell’azione periferica perché non ha uffici di prossimità, però omette di riferire che nei nostri territori regionali intraprende iniziative con enti ed associazioni ignorandoci completamente e senza nemmeno invitandoci a partecipare. Si permette il lusso di decidere, richiamando articoli e commi a destra e manca, chi tra i Garanti regionali debba far parte della Conferenza nazionale dei Garanti, senza tenere in considerazione le Autonomie regionali. Brava, bravissima lei che, distaccata da molto tempo dalla magistratura, guadagna 180 mila euro all’anno, ed io che invece percepisco poco più di 900 euro al mese come “indennità”, sprovvisti di contributi, al pari di altri colleghi, e comunque più di quelli che, come il collega siciliano Luigi Bordonaro, non prendono un euro!”. “È vero – incalza Marziale – lei, la Albano, è ligia al dovere formale di convocarci due volte l’anno, per riunioni soporifere, aventi al centro prioritariamente i minori stranieri non accompagnati e poi tantissime linee guida, raccomandazioni e chi si è visto si è visto”. Per Marziale, “contestare, come ha fatto la Albano, la presenza del collega laziale Jacopo Marzetti, a titolo gratuito, nella squadra del ministro della Giustizia, Alfonso Buonafede, per la vicenda degli affidi perché “incompatibile”, è quanto di più risibile possa esistere, sia pur nella drammaticità degli eventi, giacché anche magistrati sono presenti nell’organismo, per cui se fosse inopportuna la presenza del Garante laziale, lo sarebbe anche per i magistrati che vi partecipano, poiché figure, o, soprattutto, organi di garanzia”. “Soffermandomi al tema tanto caro alla Garante nazionale – prosegue Marziale – dei minori stranieri non accompagnati, come legge prevede, evidenzio che ho individuato e formato oltre 700 tutori, grazie alla collaborazione con Unicef ed altri enti morali. Ma non mi sono fermato qui, perché ho rilevato le dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, secondo il quale molti minori sbarcati nelle coste cosentine sono stati presi e portati via chissà dove e chissà da chi”.
“Nel corso della più recente riunione dei Garanti a Roma, ho riferito quanto sopra e l’Autorità Albano ha risposto di non aver saputo nulla, nonostante testate giornalistiche nazionali ne hanno parlato ampiamente. Dopo le dichiarazioni di Facciolla ho acquisito la notizia, l’ho segnalata alle autorità inquirenti e non ho convocato tavolini di audizione. Ho tolto letteralmente il sonno a prefetti, forze dell’ordine, magistrati e politici anche di notte per denunciare, nell’immediato, situazioni gravi, trovando sempre ampia disponibilità e sensibile collaborazione”. “Rimango dell’idea – conclude Marziale – che per ricoprire certi ruoli serva certamente competenza, ma anche vocazione. Io, per esempio, non mi sono inventato Garante e la mia storia è conosciuta in tutto il Paese, lunga tanto quanto è la mia vita. Sono le azioni a parlare di me e per me, e sono davvero stanco di stare zitto, per il “buon nome” degli Uffici che rappresentiamo. Mi sembra, tacendo, di essere parte di quella famiglia dove avvengono cose che non vanno e però è bene tacere. Lo faccio per la causa, perché i bambini hanno bisogno di “antenne” sui loro diritti, e ben 800 segnalazioni solo in Calabria in appena tre anni parlano da sole. Lo faccio anche per rispetto alla mia storia personale e per rispetto verso l’impegno di tanti colleghi che lavorano quotidianamente tra molteplici difficoltà. Adesso tocca alla politica comprendere che nomine così delicate, come l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, vanno ponderate diversamente”.
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