Tredici persone, tre delle quali di nazionalità ucraina, sono finite al centro di un’inchiesta su una presunta “frode carosello” con connotati transnazionali: l’ipotesi degli inquirenti è che si sia evasa Iva per circa tre milioni e mezzo di euro e per questo vengono contestate le ipotesi di reato di dichiarazioni fiscali fraudolente mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, di omessa dichiarazione e, appunto, di omesso versamento dell’Imposta sul valore aggiunto.
Per tre dei soggetti sono stati disposti gli arresti domiciliari e il divieto di esercitare attività d’impresa per dodici mesi; misura, solo quest’ultima, prevista anche per gli altri dieci.
Contestualmente è stato eseguito un sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini preliminari, di disponibilità finanziarie e beni per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro, ritenuto il profitto dei reati ipotizzati, e di due società considerate le “cartiere” utilizzate dall’associazione.
Il blitz, chiamato in codice “operazione Tundra Baltica”, condotto dalla Guardia di Finanza, è scattato stamani nelle province di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Crotone, Palermo e Cremona, al termine di una complessa indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle fiamme gialle del capoluogo di regione.
Gli inquirenti ritengono quindi di aver fatto luce su una presunta associazione per delinquere internazionale che, come dicevamo, avrebbe evaso l’Iva operando nella commercializzazione di pellet.
L’ipotesi è che il gruppo si sia avvalso di una società estone e di altre due aziende catanzaresi che avrebbero funto da “filtro”, gestite, di fatto o di diritto, da un ucraino.
Quest’ultime due sarebbero state quindi usate come mere “cartiere”: per gli inquirenti non avrebbero avuto una reale struttura così da sottrarsi ai debiti erariali, con lo Stato, e che avrebbero emesso fatture per operazioni oggettivamente e soggettivamente inesistenti utilizzate da 15 acquirenti, tra imprese individuali o società nazionali, della Calabria, Sicilia e Lombardia.
Si stima quindi che in cinque anni, ovvero dal 2016 al 2021, sia stata così evasa Iva per circa 3,5 milioni di euro e sarebbero state immesse sul mercato quasi 41 mila tonnellate (oltre 1500 container) di prodotto combustibile di alta qualità a prezzi altamente concorrenziali (con un risparmio medio del 16% a tonnellata), danneggiando sia l’Erario che per gli imprenditori onesti.
Il sequestro eseguito oggi fa seguito a quello già disposto d’urgenza dalla Procura della Repubblica di Catanzaro ed eseguito dalle Fiamme Gialle il 16 marzo del 2021 per 2,3 milioni di euro.
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