Sette persone indagate, per una delle quali si sono spalancate le porte del carcere mentre quattro sono state sottoposte ai domiciliari, tutte però interdette per una anno “dall’esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese”. Sequestrati inoltre un’azienda agricola e denaro e beni per un valora che si stima superi i 10 milioni di euro.

È questo l’esito di un’indagine condotta dalla Procura di Vibo, diretta dal procuratore Camillo Falvo, e che stamani ha portato all’esecuzione delle misure personali e patrimoniali emesse dal Gip del tribunale locale.

Ai coinvolti gli inquirenti contestano a vario titolo l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e la bancarotta fraudolenta.

Le investigazioni sono state avviate dopo il fallimento di una prima società che operava nel settore ortofrutticolo e poi di altre cinque produttive che, sulla base delle relazioni del curatore, sono state riconosciute come una estensione della prima.

La Guardia di Finanza, attraverso degli accertamenti di natura economico finanziaria e l’utilizzo delle banche dati dedicate, insieme ai Carabinieri, che si sono invece occupati delle attività tecniche per riscontrare gli elementi raccolti, ipotizzano l’esistenza di gruppo criminale che avrebbe utilizzato le società in questione per condurre delle operazioni fittizie, delle distrazioni di beni che avrebbero portato al fallimento le stesse così da frodare l’erario e i creditori.

Nel complesso, le fiamme gialle hanno stimato un ammontare di fatture per operazioni considerate inesistenti per 37 milioni di euro, con un’evasione delle imposte stimata in 7,7 milioni e debiti nei confronti dello stato e dei e dei creditori 15,8 milioni.