“La manovra sarà approvata nei prossimi giorni con un maxi-emendamento su cui il governo è pronto a mettere la fiducia, e tra i pasticci confermati spicca quello sul finanziamento alle attività dei forestali, che solo in Calabria subirà un vergognoso taglio di 40 milioni di euro. Una scelta che gioca a favore dello spopolamento delle aree montane e affossa la cura del territorio, in un Paese dove 9 comuni su 10 sono a rischio idrogeologico. Altro che green new deal, misure come queste fanno molto male all’ambiente”.
Lo denuncia in una nota il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota. “Anziché sostenere il lavoro idraulico-forestale per gestire in maniera intelligente le nostre risorse boschive – aggiunge il sindacalista – la politica italiana continua ad essere miope. Abbiamo una superficie boschiva di quasi 12 milioni di ettari, il 39% del territorio nazionale, e ne utilizziamo il 30%, contro una media europea del 60%, con la conseguenza che importiamo il 90% del legno. La filiera italiana rimane gravemente sottoutilizzata, con ricadute pesanti sia sul piano occupazionale che della crescita. Anche questo governo rischia di fare gli stessi errori di quelli precedenti, non cogliendo il fatto che i nostri forestali non sono un costo, sono lavoratori in grado di dare un effetto moltiplicatore agli investimenti, sono una ricchezza insostituibile per tutto il sistema della montagna e delle aree verdi. Se proprio si vuole fare politica per l’ambiente, si sblocchi subito lo stallo sul contratto collettivo nazionale, scaduto nel 2012, si punti sulla piena attuazione del Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali, e si provveda a finanziare seriamente le attività idraulico-forestali”.
A rilanciare il grido di allarme sui forestali è la stessa Fai Cisl Calabria: “Proprio ora che il rinnovo del contratto integrativo regionale, siglato la settimana scorsa, rappresenta un momento storico per la forestazione calabrese – afferma il segretario regionale Michele Sapia – i tagli previsti dalla nuova Legge Finanziaria, con un passaggio da 130 a 90 milioni, annunciano gravi ricadute sul lavoro e sull’incolumità dei cittadini. È sufficiente osservare quanto accaduto nelle ultime ore a Gioia Tauro, Palmi, Villa San Giovanni, Tropea, Pizzo, Lamezia Terme, per comprendere la fragilità del nostro territorio e il bisogno di scelte strategiche, come un Piano straordinario per l’ambiente e adeguate azioni di rimboschimento. Basta con i buoni propositi e le dichiarazioni di stato di calamità. Lo abbiamo detto a Roma nella grande mobilitazione di Cgil Cisl e Uil e lo ribadiamo ora con forza: la forestazione calabrese deve essere rifinanziata per garantire il presidio umano sul territorio, il necessario ricambio generazionale nel settore, e un diritto alla sicurezza che non può essere negato ai cittadini”.