Sono poco più di duecento gli aderenti alla massoneria, molti di questi anche con alto grado, in Calabria e Sicilia, raggiunti da provvedimenti o condanne per reati di mafia, ovvero sottoposti a indagine per concorso esterno in associazione mafiosa. E il numero raddoppia abbondantemente con riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione.
Il dato è contenuto in un rapporto riservatissimo, con allegati elenchi dettagliatissimi, che la Guardia di Finanza ha consegnato nei giorni scorsi alla presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi. A rivelarlo Paolo Pollichieni in un articolo apparso sul giornale on line “corrieredellacalabria.it”

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