Il 2021 ha confermato il triste primato della Calabria che già l’anno precedente aveva ben 7 Comuni su 10 in default o in riequilibrio (nell’ordine 201 e 87, quindi 288 Comuni su un totale di 411). Seguono, a debita distanza, Campania e Sicilia, con rispettivamente il 45 e 44% di enti dissestati o in riequilibrio finanziario. Va detto, però, precisa Csel, che assisteremmo a numeri diversi se il governo non avesse adottato, lo scorso dicembre, un provvedimento di emergenza per salvare dal collasso i conti di 193 comuni siciliani con una iniezione di liquidità da oltre 150 milioni di euro.
Al 30 novembre 2021 – stando a quanto calcolato dall’Università Cà Foscari sulla base dei dati del Viminale – tra i Comuni italiani si contavano ben 698 dissesti e 432 riequilibri. Complessivamente, si tratta di ben 1.130 comuni, contro i 1.083 del 31 dicembre 2020. Vale a dire, quindi, circa un Comune su 8, percentuale che si innalza drasticamente se si guarda alle regioni del Mezzogiorno. A evidenziarlo, in un dossier sugli enti locali in difficoltà finanziaria, realizzato per Adnkronos, è il Centro Studi Enti Locali (Csel).
Seguono: la Puglia con 83 enti in affanno, pari al 32% del totale, la Basilicata (27%), il Molise (26%), il Lazio (22%), l’Abruzzo (12%), l’Umbria (11%), la Liguria, la Toscana e le Marche (6%), l’Emilia Romagna (4%), il Piemonte (2%) e la Lombardia (3%). Al di sotto dell’1% Veneto, Sardegna e Trentino-Alto Adige. Uniche regioni che risultano completamente estranee al fenomeno sono il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta
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