“Questi – afferma Brancati – sono dati oggettivi. I problemi più importanti, ripeto, sono quelli relativi alla gestione del personale, alla gestione degli incarichi. Sono d’accordo con l’avvocato del signor Marcianò sul fatto che incarichi non dovuti o che le mansioni superiori siano uno dei più gravi problemi di cui interessarsi. Anche questi sono stati affrontati con l’attivazione specifica di meccanismi che i servizi interni all’Azienda, che non funzionano, non risolvono. Ed è questo uno dei problemi alla nostra attenzione. I contenuti dell’intervista erano piuttosto articolati perché hanno riguardato i diversi problemi relativi all’attività dell’Asp di Reggio. Questo delle erogazioni non dovute non era sicuramente l’argomento preponderante, ma era uno degli elementi esistenti. E’ obbligo dell’Azienda fare questa quantificazione per provvedere al recupero. Noi abbiamo fatto la segnalazione alla Magistratura ordinaria”. (ANSA)
Non mi sono mai preso la briga di far nomi. Ho sempre parlato di ‘assegno alimentare’, dimensionando il periodo di erogazione, per qualcuno, di poco superiore ad un anno. Per un secondo dipendente, oggetto di interdizione perpetua dai pubblici uffici, di appena 5-6 mesi e un terzo, questo piuttosto eclatante e che non è l’assistito dell’avvocato Pino Mammoliti, per circa 10 anni”. Così il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio CALABRIA, Giacomino Brancati, risponde alle affermazioni dell’avvocato Pino Mammoliti, difensore di Alessandro Marcianò, che ieri aveva escluso che il suo assistito sia ancora a libro paga dell’Asp come caposala dell’ospedale di Locri dopo la condanna all’ergastolo per l’omicidio del vice presidente del Consiglio regionale Franco Fortugno.