Un altro dato interessante non vagliato dalla statistica si rileva nell’assoluta ignoranza sulle implicazioni giuridiche e giudiziarie di azioni avvertite come “innocenti”. Pensiamo all’apposizione di un “like” o “mi piace” inerente a un video o a un post lesivo.Le rilevanze appena ricordate sospingono la riflessione sul tema “minori e Internet” ben oltre la filosofia della “Rete Libera” o “neutralità della Rete” secondo cui non può essere imposto l’obbligo di sorveglianza agli Internet Service Provider (ISP).Il cyberspazio a livello commerciale nasce come territorio scevro da condizionamenti normativi e anzi si stabilisce che gli imprenditori-pionieri del web non debbano sopportare ulteriori alee oltre a quella già effettiva dell’avventura imprenditoriale on line. Si costruiscono così le autostrade digitali e poi levarie diramazioni e poi i servizi e poi le urbanizzazioni elettroniche in un crescendo di complessità tecnologica e di relazioni commerciali e soggettive. Il livello di complessità giunge a un punto in cui l’ingresso delle regole e della responsabilità non risulta ulteriormente procrastinabile.
Sulla scorta dei fenomeni adolescenziali registrati on line, emerge la necessità di passare da una visione in cui il minore viene concepito in un rapporto frontale con l’Internet a una visione in cui il minore venga considerato “Figlio dell’Internet”.Esattamente come quando si vede un bambino per la strada in pericolo o abbandonato e il passante cerca di aiutarlo anche nel web quando un operatore si accorge del pericolo per il minore deve subito fare la segnalazione sulle hot line predisposte ad hoc e alla PolPoste. Adesso, nei fatti, i provider che prima professavano il principio della non responsabilità e dell’assenza di un obbligo di sorveglianza si sono formalmente impegnati a monitorare la Rete per ridurre i rischi per il minore. Ecco dunque che il minore diviene il figlio di Internet nel senso che quando viaggia on line è figlio di tutti gli operatori che lo incontrano e tutti devono aiutarlo e proteggerlo.