Il servizio del corrispondente di«Striscia la notizia» Luca Galtieri, andato in onda su Canale 5 lo scorso 10 marzo 2018, ha riportato alla luce i gravi problemi ambientali causati dall’ex discarica a cielo aperto esistente in località «Scinà» (frazione Bosco Sant’Ippolito, distante soltanto 4/5 km. dal centro abitato di Bovalino). Il servizio ha avuto ripercussioni mediatiche che sono andate ben oltre l’immaginabile, anche perchè ad affiancare Galtieri c’era una giornalista locale che è da sempre impegnata in prima linea quando i temi sono l’ambiente e l’ecologia in generale.

Ovviamente sono state tante le chiamate giunte al centralino del Comune per sapere com’è ralmente la situazione e quindi, per tale motivo, il Sindaco, Avv. Vincenzo Maesano (in carica dal 12/06/2017) ha voluto indire con urgenza una conferenza stampa per tranquillizzare e chiarire alcuni aspetti delle notizie che -a suo dire- non corrispondono esattamente alla verità. Il servizio -sempre a suo dire- è fuorviante e lesivo dell’immagine non solo del paese di Bovalino ma dell’intera sua comunità e per questo “chiediamo con immediatezza che venga pubblicata e diffusa una rettifica” che riporti sul binario della verità lo stato dei fatti. La conferenza stampa si è svolta nell’Aula Consiliare del Comune ed ha avuto inizio alle ore 12 alla presenza dei giornalisti e di tanti cittadini allarmati dalle notizie apprese in Tv.

A prendere per primo la parola è stato il Vicesindaco ed Assessore ai “Lavori Pubblici, Ambiente, Protezione Civile, Assetto del Territorio, ecc…”, Avv. Cinzia Cataldo, il quale ha detto: «Nessuno vuole nascondere il problema che c’è ed è ben noto, ed è altrettanto vero che la discarica di «Scinà» (ma non solo questa) è stata inserita dagli organi competenti della Regione Calabria tra i 18 siti più inquinati della Regione, ma è anche vero che l’iter procedurale per l’avvio e la risoluzione definitiva del problema non è certo di oggi (ricordiamo che la discarica ha origini che risalgono agli anni ’70 e ’80) ma sono datate 2011/12  quando cioè la stessa Regione Calabria ha stipulato con i Comuni interessati una convenzione mirata alla bonifica ed alla riqualificazione di tutti i siti inquinati («Patto per lo sviluppo della Regione Calabria, fondo sviluppo e coesione 2014/2020») autorizzando uno stanziamento per il Comune di Bovalino (guidato all’epoca dal Sindaco Tommaso Mittiga) di circa 5 milioni di euro. Per diversi anni di questa problematica non si è più parlato e/o saputo nulla, solo con l’avvento della nostra Amministrazione, che ricordiamo è avvenuto il 12 giugno 2017, siamo riusciti a mettere mano alle carte avviando in maniera spedita l’iter burocratico…praticamente «fermo» ai nastri di partenza. Infatti, nello scorso mese di dicembre 2017 abbiamo firmato, finalmente, la convenzione con la Regione Calabria e chiesto l’assegnazione dell’anticipo del 10% della somma stanziata; in data 1° marzo è stata deliberata l’individuazione di un supporto tecnico da affiancare al RUP (Responsabile unico del procedimento) con lo scopo di procedere alla individuazione dei progettisti e delle ditte idonee a poter svolgere le operazioni di risanamento e riqualificazione dei siti ed ora siamo in attesa del via per poter avviare la gara di appalto che verrà espletata, per salvaguardare la legalità e la trasparenza degli atti, dalla SUAP (Stazione Unica Appaltante Provinciale) quindi, non è vero che non è stato fatto nulla ma al contrario sono stati fatti tutti i passi necessari per risolvere il problema».

Subito dopo ha preso la parola il Sindaco, Avv. Vincenzo Maesano, che ha esordito dicendo: «Siamo qui non per difenderci dalle accuse ma per rispondere ai vari «perchè ?» posti dallatrasmissione televisiva di canale 5, premetto che non è nostro costume nascondere la polvere sotto il tappeto e per questo ho ritenuto opportuno fare questa conferenza stampa. Non abbiamo nulla da nascondere e non vogliamo addossare le colpe di questa drammatica situazione a chi ci ha preceduto…anche se le colpe ci sono e sono abbastanza chiare. Ci tengo però a dire che quando si fa giornalismo, ancor più quando si tratta di «giornalismo d’assalto», è indispensabile che si faccia con la massima serietà professionale e comunque entro i termini previsti dall’art. 21 della nostra Costituzione che tutela e regola il diritto/dovere dell’informazione. Infatti, non è plausibile dire soltanto delle mezze verità altrimenti non è un servizio che si rende alla collettività…ma tutt’altro !. Aggiungo anche che dal punto di vista professionale appare alquanto inusuale, soprattutto da parte di alcuni giornalisti locali, non approfondire la notizia, non attingere ai documenti che sono resi pubblici (Albo Pretorio) nè tanto meno chiedere chiarimenti alle Autorità locali per avere un quadro completo della notizia da dare che, ripeto, deve essere chiara, completa e trasparente. Tornando alla problematica del sito di “Scinà”, ci tengo a chiarire che il finanziamento per la bonifica e riqualificazione del sito è divenuto ufficiale solo il 9 gennaio 2018 e nel mese di febbraio, come previsto dalla convenzione stipulata con la Regione Calabria nel precedente mese di dicembre 2017, abbiamo chiesto l’anticipo del 10% del finanziamento stanziato quindi, il quesito lanciato da striscia: «che fine hanno fatto i soldi ?» viene a cadere perchè in effetti si è fatto tutto ciò che si doveva fare. Tra l’altro il 1° di marzo 2018 abbiamo anche deliberato l’individuazione del supporto tecnico da affiancare al Rup (Responsabile unico del procedimento) in maniera da velocizzare al massimo le procedure quindi, bastava venire qui a chiedere per avere tutte le risposte del caso. Una cosa però è vera ed è certa, noi non possiamo recuperare quel tempo prezioso perduto in maniera incomprensibile dalle precedenti amministrazioni, e questo non è per fare a scarica barile ma per necessità di verità. Alla luce di ciò è chiaro che quello che esce fuori dal servizio di Striscia non è una verità ma solo una mezza verità che equivale, in poche parole, ad una «menzogna» e con ciò voglio dire che il danno fatto all’immagine del paese e della sua collettività è immane e per questo stiamo valutando seriamente l’ipotesi di procedere per le vie legali al fine di tutelare il nostro territorio ed i nostri cittadini. In conclusione voglio precisare che quando si fa giornalismo, ancor più giornalismo di inchiesta si deve avere l’umiltà ed il coraggio di dire tutta la verità e di non essere omertosi…anche quando, purtroppo, si devono toccare anche gli affetti più cari».

La parola poi è passata ai giornalisti per il fuoco incrociato delle domande.

fonte: calabriainforma.com