di GIANPIERO TAVERNITI

Una mattinata autunnale, ci porta a visitare l’entroterra jonico catanzarese e un grazioso borgo che ci nasconde delle gradite sorprese. La cittadina è Borgia, rimane su una vasta zona collinare, a circa 341 metri s.l.m., da evidenziare che nonostante i risaputi spopolamenti delle aree interne, la stessa rimane popolata con una consistente popolazione residente (7000 abitanti).


Un grazioso borgo, impreziosito da quattro pregevoli chiese, conservate ottimamente. Giunti in centro paese ci ritroviamo davanti alla chiesa del SS. Rosario che e’ compresa nel ricco patrimonio nazionale, per giungere a quella dell’Immacolata con pavimentazione originale e ben conservata, alla più longeva e più grande , la chiesa Matrice di S.Giovanni Battista (santo patrono della cittadina) risalente al periodo compreso fra il 1790 e 1853. Il poker lo chiude la suggestiva e piccola per dimensioni e non per importanza , la chiesetta di S.Leonardo compatrono di Borgia,  stessa chiesetta che alla fine del 1800, ebbe un netto declino e deterioramento, ma l’arciprete Don Giuseppe Zaccone nel 1907, si attivò per il restauro del pavimento e del campanile che originariamente aveva due campane che durante la seconda guerra mondiale furono requisite. S.Leonardo, viene venerato moltisismo dai fedeli borgesi, visto che lo stesso si era affermato nella cittadina, fondando il convento e la chiesa con l’ausilio dei padri Agostiniani che da queste parti furono presenti intorno al 1561.


Una full immersion nel cuore del borgo che, in questo sabato autunnale era molto vivo , vista la presenza del mercato con un nutrito numero di ambulanti che lo ravvivavano. Tante le sorprese, ma la ciliegina sulla torta, è stato il dialogo con un vero pittore molto conosciuto e molto stimato negli ambienti artistici e pittorici nazionali e internazionali. Domandando a dei cittadini borgesi che abbiamo incontrato davanti ad un buon caffè in un bar della via principale del paesino, abbiamo apprezzato la piena e sincera disponibilità degli stessi ad accompagnarci presso l’abitazione del noto pittore. Giuseppe Rocca, vedendo la nostra curiosità e interesse, ci ha ricevuto nel suo laboratorio che evidenziava tre opere in corso d’ opera e nella stanzetta ( come la definisce il pittore) troviamo delle incredibili opere esposte.  che esplecita palesemente un’umiltà disarmante davanti a noi e al nostro apprezzamento delle sue opere di pregio. Giuseppe Rocca, si è cresciuto nella cultura e nell’arte, suo padre era un noto poeta , premiato nel passato dal Presidente del Consiglio Bettino Craxi, l’arte pittorica di Giuseppe, e’ stata premiata e riconosciuta alla Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea di Firenze nel 1999 dove parteciparono artisti di 31 paesi del mondo, e’ stato anche pittore dell’anno nel 1994 ed ha ottenuto riconoscimenti , premi e mensioni da tantissimi big settoriali, solo per fare un esempio fu premiato direttamente dal presidente della Biennale fiorentina, tale John T. Spike grande “custode storico -artistico” del nostro Mattia Preti, il cavaliere del chiaroscuro di Taverna. Grande messaggio umano e artistico quello di Giuseppe che segue le orme rinascimentali della scienza del grande Leonardo, studiando le tecniche pittoriche del periodo storico e i movimenti che in quella fase storica producevano arte. La sua distintiva umiltà, arriva al punto di dire che ogni qualvolta mescola i suoi colori e muove i suoi pennelli, impara sempre qualche cosa di nuovo e di forte quando vede gli occhi di chi osserva i suoi dipinti apprezzandoli che sono gli stessi ai suoi occhi di quando li crea.

Di sicuro un grande personaggio, il pittore borgese non ha bisogno dei nostri sinceri apprezzamenti, ma abbiamo cercato di trasmettervi le emozioni che abbiamo vissuto incontrandolo e immergendosi nel suo mondo pittorico, un mondo che se fosse nato in Toscana, Lombardia, Veneto o in altre regioni “colpite” da movimenti culturali e pittorici e influenzati da grandi mecenati, di certo il nostro pittore calabrese , avrebbe avuto sicuramente una grande importanza nel mondo pittorico e artistico nazionale e internazionale in maniera più rapida e incisiva, ma Giuseppe Rocca a quanto detto non ne considera grande importanza, perchè il suo grande mondo se l’è costruito da solo, mattone dopo mattone e la sua “fortezza” artistica, sarà sempre viva e saprà resistere nel tempo moderno e nel futuro che verrà.

Che dire, una mattinata ricca in una terra incredibile che in ogni angolo ci riserva un “pregevole dipinto” di bellezza e ricchezza, colorato con olio non fisico, ma metafisico di una terra che vissuta sul campo, sorprende sempre più e porta quegli occhi appassionati e lucidi di chi la ama e la rispetta civilmente giorno per giorno, aggiungendo quella “pennellata” positiva in più, attinta dalla tavolozza della positività e della propositività che ogni calabrese dovrebbe possedere, per attingere i colori appropriati e dignitosi, per una Calabria migliore.