Il pm di Milano Paolo Storari ha chiesto condanne dai 3 anni ai 10 anni e 8 mesi di carcere per i nove imputati, tra cui Roberto Manno (per lui la richiesta più alta) figlio del presunto boss della ‘ndrangheta Francesco Manno e arrestato nel novembre del 2017, nel processo con rito abbreviato con al centro l’esplosione – avvenuta circa un anno fa – di una bomba davanti alla casa di un operaio ecuadoriano a Pioltello, nel Milanese.
L’attentato dinamitardo, secondo le indagini dei carabinieri e di Storari, fu compiuto per un prestito a tassi d’usura non restituito e provocò ingenti danni a tutta la palazzina dell’hinterland del capoluogo lombardo. Nell’udienza dell’ottobre scorso era emerso che un testimone dell’inchiesta avrebbe subito delle minacce prima dell’inizio del processo, che tiene davanti al gup Guido Salvini. Per quelle intimidazioni verbali ricevute, il 20 settembre scorso, da un parente di uno degli imputati del processo è indagato, da quanto si è saputo, Giuseppe Manno, altro componente della famiglia Manno, che è stato poi interrogato dagli investigatori. Il giudice ha aggiornato l’udienza al prossimo 22 novembre per l’arringa del difensore di Roberto Manno, l’avvocato Ivano Chiesa e quel giorno potrebbe arrivare la sentenza.