Una telefonata che cambia la vita. Una telefonata che dice di un cuore, il cuore che il paziente aspetta per cambiare la propria vita, il cuore che dà la possibilità, a pazienti affetti da cardiopatie per cui il trapianto è l’unica via, di tornare alla vita. Il cuore, o meglio i cuori, che nell’arco di 48 ore sono stati trapiantati a una bimba bolognese di 4 mesi e a un ragazzo, Demetrio, calabrese d’origine di 24 anni. È questo il risultato della filiera ‘del cuore’ del Policlinico Sant’Orsola – composta dall’equipe di cardiochirurghi pediatrici, il reparto di cardiologia pediatrica e il centro di riferimento trapianti (che coordina a livello regionale tutta l’attività di segnalazione e reperimento degli organi) – che tra il 28 dicembre e il giorno successivo sono intervenuti eseguendo due trapianti di cuore a distanza di 24 ore l’uno dall’altro.
Michela (nome di fantasia) ha 4 mesi ed è nata con una cardiopatia congenita complessa, diagnosticatale quando non era ancora nata. Dalla diagnosi, eseguita sempre dalla cardiochirurgia pediatrica dell’Irccs del Policlinico diretta da Gaetano Domenico Gargiulo, è emerso necessario lanciare l’allarme nazionale trapianto di cuore, già da 7 giorni prima dell’intervento. Intervento poi avvenuto quando è arrivata la segnalazione, la sera del 27, di un cuore disponibile per la piccola, poi risultato compatibile. Sono poi le 16 del 28 dicembre quando il cuore impiantato dall’equipe del professor Gargiulo ha ripreso a battere. “La bimba presenta una situazione molto complessa, legata a una fase di assistenza meccanica prolungata prima del trapianto, ma sta reagendo molto bene all’intervento”, commenta Gaetano Domenico Gargiulo.
Non passano appunto 24 ore da quell’intervento complesso, terminato dopo 10 ore di lavoro, alle 18.30, e arriva la segnalazione della disponibilità di un altro organo. Il destinatario questa volta è Demetrio, 24 anni, cardiopatico dalla nascita e seguito sin da subito dal reparto di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva, già operato proprio al Policlinico 24 anni fa, alla nascita. Il paziente, che attendeva l’organo da mesi, tanto da essersi trasferito a Bologna dal paese d’origine in Calabria, è un cosiddetto paziente ‘Guch (Grown Up Congenital Heart), una tipologia di assistiti che sviluppano nel tempo una serie di condizioni morfologiche particolari al punto da non poter essere trapiantati in qualsiasi centro. Servono specialisti, che l’Irccs del Policlinico possiede. Ecco quindi che tra la sera del 29 dicembre e il giorno dopo si attiva l’iter e si conclude il trapianto. “Ora, Demetrio sta bene, è stato estubato e presto passerà dalla terapia intensiva ai nostri reparti”, spiega il professor Andrea Conti, dirigente dell’equipe di cardiologia pediatrica e dell’età evolutiva del Sant’Orsola.
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allegata foto “Gaetano Gargiulo nella sala operatoria di Bologna”