Con l’affissione del nuovo orario di lavoro all’ingresso dell’edificio postale di Bivongi, la direzione delle poste ha deciso che per tre giorni la settimana, dal prossimo sette settembre, l’ufficio resterà chiuso. Martedì, giovedì e sabato le giornate di chiusura. Questo il ben servito della direzione Poste Italiane ai cittadini bivongesi al rientro dalle ferie.

Certo, le proteste non mancano e tanti quelli delusi per la decisione adottata perché, nelle stesso avviso del novo orario, si legge che gli uffici postali più vicini per le operazioni sono Pazzano, con apertura da lunedì a venerdì con chiusura il sabato, e Stilo aperto da lunedì a sabato. Ci si chiede come mai l’ufficio di Pazzano, dove la popolazione è la metà di quella di Bivongi, non ha giornate di chiusura se non il sabato.

Bisogna, però, dirla tutta recitando il mea culpa e domandandosi perché circa novanta cittadini hanno trasferito i propri servizi di conto corrente in uffici postali limitrofi per “nascondere” le loro operazioni o il loro gruzzolo. Purtroppo, una mentalità sbagliata perché oggi in tutti gli uffici postali o banche si è controllati. Cambiare ufficio postale è solo servito a far mancare quelle operazioni necessarie richieste dall’ente Poste per il mantenimento dell’apertura settimanale. Tutti i commenti ascoltati in una sola direzione additando quanti hanno trasferito il proprio conto in altri uffici a riportarlo alla posta di Bivongi. Qualcuno, ricordando che l’ufficio di Bivongi, è uno dei più ricchi della provincia di Reggio Calabria per i depositi che detengono i cittadini, ha lanciato l’idea di trasferirli in banca. Di sicuro un gran danno per le Poste.

Nessun attacco, quindi, alle Poste italiane che, già, nel mese di marzo aveva avvisato delle rimodulazioni degli uffici postali in conformità al DM del 7 ottobre 2008 e alla delibera Agcom del 29 giugno 2014. Leggi che delineano un quadro normativo chiaro e vincoli precisi, sia a carattere nazionale che in ambito di singolo comune. Ricordiamo che alcuni dei vincoli sanciti dalle norme stabiliscono che non possono essere chiusi gli uffici postali presidio unico di Comune (con orario minimo di apertura al pubblico su tre giorni e quindici ore settimanali), non possono essere chiusi gli uffici postali ubicati in Comuni rurali e montani (salvo siano presenti più di due uffici e il rapporto abitanti per ufficio postale sia inferiore a 800), non possono essere chiusi gli uffici postali presidio unico di isole minori.

Per alleviare i disagi dei tre giorni di chiusura l’ente posta ha predisposto il progetto “Postino telematico” che consente al portalettere di fornire diversi servizi a domicilio tra cui accettazione di raccomandate, pacchi, pagamenti di bollettini, ricariche di carte prepagate sia Postepay che telefoniche e servizi eCommerce. Per la popolazione anziana offrirà, senza costi, un libretto di risparmio elettronico, la “Carta libretto” che consente l’accredito gratuito della pensione e, in modo gratuito, si possono effettuare prelievi e versamenti da tutti gli uffici e Atm del gruppo Poste. Inoltre, l’accredito sul libretto è stato reso più sicuro con l’offerta gratuita, di una copertura assicurativa  fino a un massimo di 700 euro contro il furto nelle due ore successive al prelievo.

La proroga ottenuta dopo l’intervento dell’Anci e le Regioni, è allo scadere e il sette settembre il paese rimarrà monco di un servizio pubblico che danneggerà la popolazione, specie quella anziana che è la maggioranza. Bisogna intervenire con forza su Poste Italiane per riesaminare le tante realtà locali, ristabilendo la funzione sociale del presidio, specie dove vive una stragrande maggioranza di popolazione anziana e dove c’é una rilevanza turistica.

Ugo Franco

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