R. e P.

Nonostante l’arte del campanaro sia stata riconosciuta, anche se con ritardo, patrimonio culturale immateriale dell’umanita’ e’ in via di estinzione. Non c’e’ chiesa al mondo che non abbia un campanile e di conseguenza un addetto al suono delle campane.

Per saperne di piu’ mi sono incontrato col campanaro nonchè sacrestano della chiesa di Bivongi, Bruno Calabrese. Lui, prima ancora che gli facessi qualche domanda, ha esordito dicendomi che comincio’ a suonare le campane giovanissimo 46 anni fa.

E’ stato il parroco del tempo Don Cherubino Raspa a darmi le prime lezioni e piano piano ho perfezionato e imparato un’attivita’ che non e’ certo facile.

I rintocchi giornalieri delle campane sono molto importanti per le comunita’ perche’ informano sui vari eventi e feste religiose e cosa molto utile e importante  quando qualcuno muore.

E Bruno con una diversita’ di suoni fa capire se la persona morta e’  maschio o femmina, o se e’ morto un prete e persino il papa.

Lui gia’ alle prime luci dell’alba entra in azione e poi via via fino a tarda sera con i vespri. In occasione della festa della Madonna per prima cosa annuncia la novena e poi durante la festa e la processione suona a festa. Prima di concludere questa piacevole ed interessantissima chiacchierata Bruno mi ha voluto ospitare sul campanile e farmi vedere da vicino la sua esibizione con le campane.

L’occasione e’ stata quando doveva annunciare il mezzogiorno e devo dire che e’ stato molto emozionante e suggestivo vederlo in azione anche perche’ Bruno mentre suona le campane, con la sua immancabile sigaretta in bocca, alla stregua di un direttore d’orchestra si compenetra e si fa coinvolgere nella parte in modo cosi’ intenso e partecipativo che sembra andare  in estasi e in delirio.

Prima di lasciarci Bruno ha voluto confidarmi la sua grande preoccupazione e rammarico perche’ dopo di lui nessuno lo potra’ sostituire. E cio’ conferma che e’ giusto il titolo di questo articolo Il campanaro – “Un’arte in via di estinzione”

Mario Murdolo