A Bivongi, la Novena in onore di Maria Santissima è entrata nel vivo, culminando il 5 febbraio con la celebrazione del miracolo avvenuto nel terremoto del 1783. Oggi, all’interno della Novena, si festeggia la Candelora, ricorrenza liturgica che cade 40 giorni dopo il Natale e che ricorda la presentazione di Gesù al Tempio. Conosciuta come la “Festa dell’Incontro”, essa simboleggia il cammino di fede dell’umanità verso Dio, con le lampade accese fino alla fine dei tempi, come promesso da Cristo.

La celebrazione della Novena non è limitata a Bivongi, ma si estende anche alle comunità di emigrati in Argentina e Australia. A Sydney, dove non è disponibile una chiesa, la tradizione si mantiene viva con preghiere e celebrazioni nelle case, come accadeva un tempo a Bivongi sotto il dominio certosino, quando la festa era proibita e i fedeli si riunivano nelle abitazioni. Questo dimostra come la famiglia sia il primo luogo di fede e che il recupero di questa dimensione possa rafforzare la spiritualità delle comunità.

Il 5 febbraio si terrà la solenne festa con l’intronizzazione di Maria Santissima. Nonostante le nuove direttive ecclesiastiche, è stata concessa un’eccezione per questa celebrazione, già programmata da tempo. Tuttavia, il cammino di rinnovamento avviato dalla Chiesa proseguirà gradualmente per tutte le comunità, compresi i santuari.

In questo contesto, si esprime solidarietà al vescovo, recentemente oggetto di critiche per le sue decisioni volte a evitare il rischio di una deriva pagana delle celebrazioni. Come sottolineato da Papa Francesco, la vera sfida non è conservare le tradizioni per il semplice “si è sempre fatto così”, ma trovare nuovi modi per trasmettere la fede alle future generazioni. Il vero obiettivo non è la processione o i fuochi, ma il rafforzamento della partecipazione attiva alla vita della Chiesa, affinché la devozione rimanga autentica e significativa.

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