R. e P.

Gli alunni dell’I.C. “Michele Macrì” di Bianco (RC) hanno condotto una ricerca, durante un progetto extracurricolare, guidati da due docenti dell’Istituto, la prof.ssa Rosamaria Scordo e il prof. Alberto Crupi, che è sfociata nella pubblicazione di un volume, intitolato “Il dialetto della Vallata La Verde (RC) – Dizionario degli studenti”, ora disponibile su Amazon.

Si tratta di un dizionario che i ragazzi e i docenti hanno realizzato con inchieste sul campo, dopo aver intervistato gli anziani dialettofoni di alcuni paesini della Locride, tra cui Caraffa del Bianco, Bianco, Casignana, Africo e altri.

Il gruppo di studenti delle classi IA, IC, IIA, dell’Istituto comprensivo “M. Macrì” di Bianco (RC),coadiuvati dai sopracitati docenti, hanno quindi messo in atto una ricerca linguistica; Il risultato è stato la realizzazione di un vocabolario dialettale, corredato da un’analisi dei fenomeni linguistici caratteristici dell’idioma di quel territorio, arricchito, inoltre, da alcuni etnotesti con a fronte traduzione e, in ultimo, da un’appendice fotografica, relativa alla cultura contadina locale.

La prima presentazione del dizionario, curata dalla Pro Loco del posto, svoltasi in data 09/08/24, ha come teatro la chiesa matrice di Caraffa del Bianco. “Questa scuola di paese – dice Oreste Kessel Pace, titolare della Pace Edizioni che ha pubblicato il volume – è riuscita a creare un’opera che resterà nel tempo. Mi auguro che possa essere da stimolo per i docenti per avvicinarsi al territorio e riscoprire la carta d’identità storica. Dico sempre ai miei studenti che quando qui si faceva cultura, Roma era un piccolo villaggio. I genitori non devono sentire vergogna nel parlare in dialetto: è una vera e propria lingua. E conoscere la nostra lingua è importante perché rafforza la nostra cultura. Insegnare il dialetto ai nostri studenti è dare loro un potente strumento d’indagine. Le radici vanno scoperte, indagate e preservate Pasolini diceva che il contadino che parla il suo dialetto è padrone di tutta la sua realtà”.

“La ricerca di questo gruppo di studenti e insegnanti – commenta Enzo Stranieri, poeta, scrittore cultore di Antropologia Culturale Università della Calabria – sollecita il ruolo della scuola che deve sempre vedere protagonisti gli alunni che sempre e  comunque rimangono gli attori principali dell’azione educativa della scuola. Questi giovani, hanno toccato con mano una realtà legata alla memoria storica rappresentata
dagli anziani che hanno potuto incontrare e che piano piano stanno lasciando questo mondo con tutta la loro conoscenza che altrimenti sarebbe sfuggita anche ai loro occhi. La ricerca ha peraltro valorizzato la spontaneità degli anziani”. Non sappiamo scrivere in dialetto, prosegue Stranieri, “non conosciamo più la grammatica del dialetto, conosciamo i lemmi ma non abbiamo scavato, ma questo tipo di sensibilizzazione, che la scuola ha progettato, ha consentito ai ragazzi di scoprire che tutto passa per la
conoscenza”.

Il volume, per quanto fondamentale, non rappresenta la fine di un percorso ma l’inizio di una lunga strada. Non dà solo risposte, ma stimola quesiti e induce curiosità. “Noi non vogliamo dare delle risposte”, conferma la professoressa Rosamaria Scordo: “Vogliamo indurre delle domande: da dove veniamo?”. Scordo vive a Ferruzzano, uno dei comuni reggini coinvolti, e si è laureata in Letteratura Italiana all’Università La Sapienza di Roma, con una tesi in “Dialettologia” con il prof. Ugo Vignuzzi, ai tempi
dei compianti Luca Serianni e Tullio De Mauro, dei quali fu allieva. Con lei hanno collaborato nel progetto, oltre al Vicepreside Alberto Crupi, anche la prof.ssa Carminella Capponi e il professor Giuseppe Fornazar, che ha dato un grande supporto ai ragazzi anche come Pro Loco di Caraffa del Bianco, e anche lui tra gli intervenuti alla presentazione. Tra gli altri intervenuti all’evento, la dirigente dell’Istituto Macrì,
Vittoria Paola Zurzolo e lo storico Saverio Verduci.

In data 24/08/24, all’ Arena John Lennon – lungomare Ferruzzano, ha avuto luogo l’ ultimo evento culturale dell’ estate ferruzzanese, promosso e fortemente voluto dal Consigliere comunale di maggioranza, l’ AVV . Antonella Pedulla’, e ha per argomento la valorizzazione dell’operato e la professionalità della Prof.ssa Scordo Rosamaria, figlia di Ferruzzano .

Si e’ svolta quindi la seconda presentazione del “Vocabolario degli studenti”, è stata una serata densa di emozioni, di livello, in cui la lingua dialettale a 360° ha fatto da padrona.

Con questa opera, la lingua volgare della VALLATA LA VERDE, ha assunto maggior valore perché ad essa si sono avvicinati i millennials. Aver avvicinato i ragazzini della Scuola Media “M. Macrì” di Bianco (RC) e suscitato in loro interesse è stato vincente.

Tra gli interventi, la Dirigente Paola Vittoria Zurzolo dell’ I. C. “M. Macrì’ di Bianco(RC), la prof.ssa. Rosamaria Scordo, il prof. Enzo Stranieri, l’ editore Dott. Oreste Kessel Pace, che ha presenziato l’ evento nonostante i tanti km di distanza, in quanto residente a Palmi, il prof. Orlando Sculli, gli alunni dell’Istituto, che sono intervenuti al tavolo tecnico. Un intervento di ampio respiro è stato effettuato dal giornalista de l’ OGGI, il prof. Gino Gullace Raugei, e che ha ricordato un illustre figlio di Ferruzzano: il
giornalista Gino Gullace. Suggestive le letture di poesie in lingua dialettale da parte della docente in pensione Angela Scuruchi, che ha interpretato due suoi componimenti ” U cacciaturi ” e ” U culuri da speranza” e della docente Alba Romeo che ha animato due poesie ” ‘CCarizza u mari” , scritta dalla Prof.ssa Rosamaria Scordo e ” U me paisi”, suo componimento.

E’ stata una serata sobria ed elegante conclusasi con un buffet di dolci offerto dall’Amministrazione Comunale rappresentata, in detta circostanza, dal Vice sindaco Dott. Antonino Crea e dal Consigliere di maggioranza Avv. Antonella Pedullà dell’ Amministrazione retta dal Sindaco Dott. Silvio Domenico Pizzi che, per motivi lavorativi, non è potuto essere presente .

Lo scopo di tale lavoro è trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza che il dialetto rappresenta le radici di una comunità. “Il dialetto non è l’italiano che non ce l’ha fatta- commenta la prof.ssa Rosamaria Scordo- questa ricerca, rappresenta l’inizio di una controtendenza, alla quale il progetto auspica di poter lavorare, attraverso una rete di scuole, che contribuisca quindi ad una presa di coscienza della necessità di recupero e resilienza delle nostre radici, contro un tempo frenetico e convulso che rende vano ogni tentativo di salvaguardare la nostra essenza e la nostra più intima e inenarrabile cultura”.