E’ stata ufficialmente conferita la cittadinanza onoraria a Bernardo Petralia, ex magistrato, già Procuratore generale di Reggio Calabria e Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. Il riconoscimento, proposto dell’associazione Biesse e deliberato dal consiglio comunale lo scorso dicembre, è stato consegnato dal sindaco facente funzioni, Paolo Brunetti, nel corso di un’emozionante cerimonia tenutasi nell’aula consiliare “Piero Battaglia” alla presenza del Prefetto Massimo Mariani e delle più alte cariche civili, militari e giudiziarie del territorio cittadino.
«Per noi reggini – ha detto il sindaco ff Brunetti – consegnare la cittadinanza onoraria al magistrato Bernardo Petralia è motivo di grande onore ed orgoglio perché la lotta alla mafia ha anche bisogno di simboli e di esempi ai quali, i nostri giovani, devono guardare quale fonte d’ispirazione».
«In questo periodo storico – ha aggiunto – sono particolarmente fiducioso perché, grazie al costante impegno degli uomini e donne delle forze dell’ordine e di altissimi magistrati, oggi a Reggio Calabria si può scegliere da che parte stare. Lo abbiamo detto e ripetuto: la città sta reagendo e mi pare ci sia un risveglio che vada contro la ‘ndrangheta e contro quelle persone indegne che ci hanno rubato la vita». «La mia generazione – ha ricordato ancora Brunetti – ha vissuto un periodo cruciale con le guerre di mafia che hanno scippato, per sempre, un pezzo della nostra adolescenza. Persone come Bernardo Petralia, invece, stanno permettendo a mio figlio di vivere un’adolescenza più serena della mia. Per questo li ringrazio. La presenza, quest’oggi, non solo dei colleghi di lavoro ma di tanti amici che stanno manifestando un bel sentimento, dimostra il profondo legame fra la comunità ed il dott. Petralia».
L’inquilino di Palazzo San Giorgio ha, poi, continuato il suo discorso citando alcuni passaggi della delibera di conferimento della cittadinanza onoraria: «La Città di Reggio Calabria ha avuto il privilegio di accogliere il Dott. Petralia, magistrato ed uomo di spessore, che ha sempre coniugato l’amore per la legalità e la giustizia con l’amore per la città, spendendo un’intera esistenza nella lotta alle mafie e nell’approfondimento culturale e giuridico volto a garantire a tutti una giustizia giusta». «L’alto senso istituzionale delle funzioni svolte – ha proseguito – con magistrale competenza e umanità, quale Procuratore Generale della Corte d’Appello di Reggio Calabria, dando lustro alla Città anche a livello nazionale, in corrispondenza del prestigioso ruolo esercitato quale Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, sempre improntato al rispetto della dignità della persona umana ed alla tutela dei diritti delle persone private della libertà personale».
Infine, il sindaco Brunetti ha continuato il proprio intervento prendono in prestito una frase di Cicerone: «Il buon cittadino è quello che non può tollerare nella sua patria un potere che pretende d’essere superiore alle leggi».
«Ecco – ha concluso Brunetti – il dott. Petralia, da “uomo di legge”, è la dimostrazione che quando il proprio lavoro è “fatto bene”, non si può che fare bene agli altri».
Il reggino ad honorem, Bernardo Petralia, si è detto commosso affermando che «Reggio non è una semplice città, ma una vera e propria capitale».
«La capitale della legalità – ha spiegato – del contrasto alla mafia, di un sentimento che ci fa sentire profondamente orgogliosi di questa terra». «C’è qualcosa di viscerale – ha detto Petralia – che ti attraversa e ti conquista. Ringraziando il sindaco, l’amministrazione comunale e tutto il consiglio, oggi ricevo un riconoscimento di grande rilievo». «Reggio Calabria – secondo Petralia – saprà andare avanti. Qui operano gli uomini e le donne migliori, le persone più capaci che riusciranno a liberare questa meravigliosa terra dall’oppressione mafiosa». «Oggi divento reggino iscritto nei registri dei cittadini onorari – ha concluso l’ex togato – ma reggino lo sono sempre stato. E mi riempie di gioia vedere in questa sala non soltanto tanti colleghi, ma soprattutto semplici cittadini che mi fanno sentire, a pieno titolo,confuso fra la popolazione e soltanto non un giudice che è venuto ed andato via».