Benestare ha vissuto un Carnevale particolare rispetto a quello moderno fatto di carri allegorici e balli in maschera, riportando in scena le vecchie farse carnascialesche.
Benestare storicamente definito paese ” ‘i farzanti” scrittori e scenografi di usi e costumi legati al carnevale ha portato in scena ” A storia i Carnalavari” scritta da Franco Blefari.
” Bisogna dire grazie a chi ci ha preceduti già dall’ immediato dopoguerra, agli scrittori Pellicano e Filocamo.
E’ la farsa della memoria e dei ricordi, aggiunge lo scrittore benestarese reduce del successo letterario ” Luci della Memoria” e ” Gente di quel paese di gesso”.
Gli attori della Piccola Compagnia di teatro popolare di Benestare, hanno dato vita in piazza Ariaporu con costumi degli anni 50 ad una storia popolare realmente esistita scritta nel 1986 richiamando l’ attenzione delle telecamere RAI.
” Carnalevari” carne-levare togliere la carne, si festeggia con balli e maschere, carri e dolci tipici ma Benestare ha deciso di scendere in piazza riempendo i classici vasi da notte in ceramica, di frittole e soppressate appese al collo del protagonista Carnalavari: Giuseppe Rocca.
Ai piedi di un grande muro di gesso una tavola imbandita ” a buffetta” con olive in salamoia, vino e ” ossa i cardara” : cotto di maiale lasciato cuocere sulla brace per oltre 10 ore.
La riuscita del carnevale storico è da attribuire anche alle idee e collaborazione del Sacerdote congolese Don Rigobert Elangui attento a coinvolgere anche i più giovani.
Tre giorni di festa con una grande partecipazione di pubblico.
Oltre alla farsa anche la sfilata dei trattori, a voler sostituire i più moderni carri allegorici.
Uno dei trattori l’ ha guidato proprio il parroco benestarese tra coriandoli e tarantelle.
Sugli altri mezzi agricoli tanti ragazzi con organetto e tamburello fino ad arrivare all’ anfiteatro in piazza della memoria.
Sul trattore più grande, due grandi fotografie con i volti di due benestaresi che non ci sono più ma che tanto hanno contribuito agli aspetti sociali e religiosi del paese: Marino Macrì e il giovane Domenico Zappavigna mancato a soli 16 anni nel mese di gennaio.
Quasi incredibile che un Sacerdote di origini africane possa calarsi con fermezza e armonia negli usi e costumi della nostra Italia, della nostra costa jonica reggina.
Don Rigobert Elangui trascinatore e organizzatore, così come per il teatro lo è il regista Peppe Rocca per un Carnevale diverso.
” Ognuno di noi deve contribuire a formare comunità e il carnevale è una festa che accomuna i più piccoli, i giovani, i genitori e i nonni” dice Rigobert.
Infatti in piazza Ariaporu tanti anziani hanno applaudito gli attori e partecipato entusiasti ai passi di tarantella suonata dal giovanissimo Francesco Guidace .
Rosella Garreffa