Una giornata di fine febbraio, giornata tiepida, dalla temperatura primaverile, dopo una settimana di temperature rigide con qualche spiaggia addirittura imbiancata da qualche fiocco di neve. Oggi la costa viola, la costa tirrenica è in grande spolvero, lungomari di Bagnara e Scilla, non affollatissimi , ma degni di nota , nelle presenze, di tanti giovani con la mascherina a portata di mano ,a distanza, che passeggiano su queste incredibili e bellissime spiagge, dove domina un mare trasparente invitanti, tanti sportivi che praticano fit -walking e cominciano le scalate verso la parte alta della costa con le rispolverate mountain bike . Nel sistema difensivo costiero calabrese, nel conosciutissimo “Codice Carratelli”, nella città di Bagnara, troviamo la torre Ruggiero, che sorge nella contrada Cacilì, sopra lo sperone roccioso di Capo Rocchi. Storicamente, non abbiamo molto materiale, sulle sue origini e sul periodo preciso della sua costruzione, ma per la sua tipologia costruttiva , che nel testo del Vittorio Faglia, sulla” Tipologia delle torri costiere d’avvistamento e segnalazione”, dove le torri con la base troncoconica, con toro in masello e corpo cilindrico, con il diametro di sette metri, possono essere focalizzate nel periodo storico che va dal XIII al XIV sec. , quindi dal 1268 al 1442. Un luogo che oggi era molto frequentato, una postazione privilegiata, esposti sul capo Rocchi, in una sorta di terrazzino d’onore, sul trono di una costa incredibilmente ricca a livello paesaggistico, oltre che flora ittico dalle sue acque cristalline, azzurrate che oggi venivano accarezzate da diverse imbarcazioni di pescatori, che rientravano nel porto della cittadina. Un porto dalla grande storia di marineria, dove tantissime famiglie un tempo vivevano di pesca, aiutando l’economia e conservando la loro antica e indelebile identità. Incontriamo qualche pescatore che malinconicamente, osserva il mare e il porto, con le tante imbarcazione in restyling e ci ricorda le campagne di pesca di suo padre e di suo nonno, il mercato del pesce che da queste parti era molto rifornito, sia a livello di scelta ,che di quantità e qualità del prodotto pescato. Bagnara Calabra , una cittadina che in questo versante tirrenico , potrebbe dire la sua a livello turistico, vista la posizione , la storia , le chiese presenti sul territorio e vista la sua indelebile cultura marinara identitaria che andrebbe maggiormente tutelata e incentivata, perché se nella nostra madrigna Europa, si sta cercando di snaturarci a livello identitario, cancellando prodotti sul mercato per dimensioni e per determinati periodi di pesca, di certo non si possono cancellare le origini identitarie di Bagnara e dintorni che da sempre hanno avuto il distintivo originale nella rappresentatività della storia collegata al territorio che va sempre tramandata e rimarcata e mai cancellata. Una giornata ricca , che arricchisce sempre più le bellezze che in ogni angolo di questa incredibile terra , si possono trovare e che da una torre cosi conservata bene, andrebbero sempre più “avvistate “ e difese dagli assalti dalle scorribande costiere che un tempo assaltavano terra ferma per razziare e derubare quello che si trovava , ma che oggi producono scippi più preziosi, quelli che richiamano le origini di un popolo e di una comunità marinara che un tempo era solida , ma che con il passare delle “scorribande istituzionali “europee dei rigidissimi e forti regolamenti che non possono essere applicati in ogni angolo del continente, vista la disomogeneità culturale, via via hanno sgretolato quella roccia , quel “costone di marineria” che Bagnara deteneva.

Gianpiero Taverniti