I dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli fotografano in tutta Italia la crescita del gioco d’azzardo, fisico e online, del +22,3% sul 2021 raggiungendo così 135,98 miliardi di euro di raccolta contro i 111,2 mld dell’anno precedente; un valore di raccolta che in termini reali triplica il valore del 2006 (+220%).
È quanto emerge dalla ricerca nazionale di Federconsumatori “Il libro nero dell’azzardo: mafie dipendenze, giovani” su anticipazione dei dati 2022 dell’ADM e che qui rielabora i dati ad incidenza regionale.
Il valore complessivo di giocate fisiche ed online ha assunto una dimensione gigantesca che supera il 7% del PIL nazionale, un valore che purtroppo continua a salire aldilà di ogni limitazione pre-pandemica.
Se le tasche dei giocatori si alleggeriscono nell’illusione di facili guadagni e di dare una svolta alla propria vita, sui 111,18 miliardi di euro di giocate, l’incasso per l’erario nel 2021 è stato pari a ben 8,41 miliardi di euro: una somma importante che evidenzia il conflitto tra lo Stato chiamato a contrastare ogni forma di dipendenza e il valore che incassa dalla loro crescita: dal gioco, all’alcol, ai tabacchi considerati i costi sociali, sanitari e della sicurezza che comporta ripararne gli effetti verso le persone interessate, le famiglie, i territori.
LA CRISI E I SUPER GIOCATORI
Al contesto di crisi socio-economica e di calo dei consumi delle famiglie si contrappone la crescita inversamente proporzionale dell’aumento della propensione al gioco d’azzardo, ciò a significare modifiche strutturali profonde nelle abitudini di gioco e nell’offerta del gioco d’azzardo, in particolare sulle piattaforme web.
Con l’ampliamento dell’offerta di gioco si va oggi diffondendo la figura del “super giocatore” che accede sia alle piattaforme da remoto sia alle sale da gioco fisiche. Di fatto, nel gioco online si va consolidando una doppia convenienza: una convenienza per i gestori che gestiscono e offrono il gioco su piattaforme nazionali ed internazionali aumentando i profitti e riducendo rischi e costi e l’altra convenienza per il giocatore perché più libero da controlli sociali, più anonimo grazie alle identità “prestate” e con la possibilità di giocare a qualsiasi ora e da qualsiasi postazione tramite pc o smartphone.
In Italia, si stimano 3,8 milioni di giocatori attivi, circa 30 milioni in Europa e Gran Bretagna. Un popolo di giocatori vittima in molti casi di dipendenza patologica.
Calabria, Campania e Sicilia risultano fra le regioni a più alta concentrazione di raccolta del gioco d’azzardo online nonostante il gap digitale che contraddistingue il Mezzogiorno.
Sarebbero però 18,4 milioni le persone che in Italia giocano d’azzardo almeno una volta l’anno; una quota pari al 36% della popolazione maggiorenne, un milione e mezzo di questi giocatori avrebbe un “profilo problematico”.
S’ABBASSA L’ETÀ MEDIA
Cresce ovunque il gioco online, una crescita progressiva che ha assunto una dimensione imponente pari al 60,4% della raccolta complessiva che, rapportata ai giocatori, lascia intendere della moltitudine di uomini e donne, circa 2,4 milioni, che nel chiuso dei loro mondi inseguono la fortuna isolandosi spesso dalla vita reale. Motore di questa dinamica, alimentata dalla crescente pubblicizzazione dei giochi d’azzardo legali, è l’idea illusoria di una vincita in grado di garantire la risoluzione “in un colpo solo” dei problemi economici legati alla propria condizione di vita.
Il recente scandalo che sta coinvolgendo noti calciatori della seria A, evidenzia quanto il fenomeno del gioco e delle scommesse online sia trasversale a generi, generazioni e categorie sociali.
Diversi i giochi online con il poker e le scommesse sportive a farla da padroni; diversa l’età media dei giocatori più bassa che nel gioco fisico; diverso il sesso dei giocatori con gli uomini decisamente in testa alle classifiche.
Gli investimenti pubblicitari che ruotano attorno all’azzardo online sono significativi e presentano un mondo di facile accessibilità, interattivo, con una offerta illimitata di giochi.
Rilevante l’insidiosità delle “promozioni” ovvero, le piccole somme che il gestore regala come incentivo a chi gioca per la prima volta.
CALABRIA AI VERTICI NAZIONALI
In Italia, nel 2022, il valore del gioco online ammonta a 73,09 mld di euro con un gettito per l’erario di 0,996 mld di euro. Nel 2022 il valore delle giocate regionali pro capite ammonta a 1.241,93 euro contro 1.138,04 euro del 2021 e 610,13 euro del 2019, anno pre-pandemia. Molto diversificato è il valore delle giocate per tipologia di gioco.
In Calabria, nel 2022 si è registrato un valore di raccolta complessivo di giocate per 3.247,14 milioni di euro, 3.056,59 milioni di vincite e 190,54 milioni di spese (perdite).
Nello stesso anno, il valore regionale della raccolta pro capite è di 1.764,00 euro contro la media nazionale di 1.242,00 euro, del Mezzogiorno e Isole di 1.710,00 euro, del Centro di 1.206 euro e del Nord di 884,00 euro.
Per dimensione della raccolta, nonostante il numero di abitanti ed il PIL pro capite, la Calabria è al 10° posto dopo Campania (10.482,37 milioni), Lombardia (9.253,27 ml), Sicilia (8.672,75 ml), Lazio (8.061,11 ml), Puglia (6.149,84 ml), Piemonte (4.313,09 ml), Emilia Romagna (3.996,58 ml), Toscana (3.447,03 ml), Calabria (3.247,14 ml).
I dati evidenziano quanto le regioni del Sud rappresentino il fulcro della raccolta. Seguono: Abruzzo (2.005,40 ml), Sardegna (1.975,23 ml), Marche (1.811,04 ml), Liguria (1.751,36 ml), Friuli Venezia Giulia (893,36 ml), Basilicata (859,02 ml), Umbria (781,65 ml), Trentino A.A. (696,59 ml), Molise (475,27 ml), Valle d’Aosta (127,55 ml).
NELLE PROVINCE CALABRESI
Diversamente, in termini di raccolta (giocate) pro capite, rispetto alla popolazione tra i 18-75 anni a base dei dati di indagine, le province calabresi si collocano ai vertici della classifica del gioco d’azzardo online: Vibo Valentia è 4° per raccolta fra le 102 Province ed alla 56° posizione per raccolta pro capite; (2.634,41 euro); Reggio Calabria è 6° per raccolta fra le Province e 58° per raccolta pro capite (2.604,77 euro); Crotone è 11° per raccolta fra le province e 63° per raccolta pro capite (2.507,85 euro); Catanzaro è 18° per raccolta fra le province e 70° per raccolta pro-capite (2.345,20 euro); Cosenza è 21° per raccolta fra le province e 73° per raccolta pro capite (2.253,02 euro).
Ancora più alta è la posizione occupata fra le 107 città capoluogo di provincia dopo la prima città che è Benevento (3.393,06 euro di raccolta pro capite): 2° Crotone (3.233,82 euro), 3° Reggio Calabria (3.228,09 euro), 8° Catanzaro (2.864,31 euro), 21° Vibo Valentia (2.474,11 euro), 37° Cosenza (1.868,61 euro).
IL BUSINESS DELLE MAFIE
Si stima che la somma del gioco d’azzardo, legale ed illegale, fisico ed online, ammonti a 169 miliardi di euro: di cui 136 miliardi di euro di gioco d’azzardo legale e 33 miliardi di euro di gioco illegale.
Le inchieste, i controlli, i sequestri di beni, evidenziano quanto il gioco d’azzardo rappresenti per le mafie, per la ’ndrangheta, uno straordinario ambito di attività, di interessi e di guadagni nel quale il bilancio rischi-benefici risulta vantaggiosissimo, l’accertamento delle condotte illegali è particolarmente complesso e le conseguenze giudiziarie risultano più contenute in ragione di un sistema sanzionatorio che prevede l’applicazione di pene non elevate.
In questo contesto, le mafie tengono insieme gioco legale e illegale, fisico e online, facendo sistema fra loro, accrescendo la loro penetrazione nella rete del gioco, i propri canali di profitto ed il potere sul territorio.
Negli ultimi tempi è cresciuto l’interesse delle mafie per il gioco online e la maggiore concentrazione dei fatti delittuosi accertati in materia di gioco d’azzardo da remoto emerge nei territori ad alta concentrazione mafiosa. Un interesse che si è andato a sommare alle attività malavitose svolte nel settore degli apparecchi da intrattenimento, le cosiddette “macchinette” (AWP e VLT), con un impulso accresciuto dalla diffusione delle strumentazioni evolute come i Totem che consentono di giocare sulle piattaforme di gioco online.
LE STRUTTURE PARALLELE
Tra le tipologie di illecito maggiormente riscontrate sulla rete fisica si rilevano manomissioni agli apparecchi da gioco con vincita in denaro relative alle schede di gioco, ai contatori fiscali e alla trasmissione dei dati di raccolta, unitamente all’installazione di Totem che permettono di giocare online su siti esteri non autorizzati dalla normativa italiana.
L’attività criminale si è attuata anche acquisendo e intestando a prestanome sale destinate al gioco, oppure inserendo uno o più sodali all’interno delle compagini delle singole società di gestione del luogo, quali “preposti” o con altri compiti di rappresentanza, sia per percepire rapidamente guadagni consistenti (soprattutto se le regole vengono alterate per azzerare le già scarse possibilità di vincita dei giocatori o per abbattere l’entità dei prelievi erariali), sia per riciclare capitali illecitamente acquisiti.
La criminalità organizzata si è dotata di “strutture parallele” con le quali esercitare l’offerta illegale, come i centri scommesse camuffati da Centri Trasmissione Dati. Un sistema parallelo che non solo drena risorse ingenti all’Erario ma alimenta un perverso circuito economico-finanziario, inquina sempre più la società e aumenta la dipendenza da gioco.
Contestualmente si evidenzia la capacità delle mafie di lucrare sulle attività indirette e collaterali al settore: dai prestiti ai giocatori (usura) agli investimenti nell’indotto rappresentato da ristoranti, strutture alberghiere, locali di intrattenimento che nell’insieme condizionano le attività economiche, il lavoro ed i fornitori di beni e servizi. A questo si unisce anche la diffusione dei Compro Oro legati alla criminalità nelle aree a più elevata intensità di gioco.
La criminalità mafiosa nel comparto online opera attraverso la realizzazione di siti abusivi per l’offerta di gioco e di scommesse online riconducibili a società di diritto estero sotto la propria influenza. La localizzazione del numero dei server siti in Italia sono in numero nettamente inferiore rispetto a quelli allocati all’estero.
La destinazione preferita è solitamente Malta, seguita da Romania, Polonia, Austria, Regno Unito, Slovenia, Canada, Germania, Cina e negli Stati Uniti.
L’ALTERNATIVA AL CONTANTE
La criminalità organizzata opera inoltre attraverso soggetti partner in possesso di specifiche competenze tecniche che implementano le piattaforme e rendono impossibile la tracciabilità dei flussi finanziari delle giocate. Questo, in un sistema ormai dematerializzato nel quale gli intermediari fisici sono sostituiti dal web.
Da evidenziare che la fase in cui è possibile rilevare la presenza di un’attività illecita è quella del pagamento. Per fini di elusione del fisco, per esigenze di anonimato, per massimizzare i profitti e per avere maggiori opportunità di riciclaggio, il metodo di pagamento preferito dalla criminalità organizzata, ma anche dai propri clienti, continua ad essere il contante.
Tuttavia, è proprio il gioco online ad offrire alternative al contante, atteso che, su quelle piattaforme sono possibili pagamenti digitali che favoriscono l’anonimato, grazie all’uso di strumenti come i PSP host, le criptovalute e le stable coin.
Al momento, come ricordato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’unico sistema di pagamento elettronico autorizzato nel comparto legale, è quello del circuito bancario tradizionale e non sono ammesse altre modalità di pagamento o l’uso di valute virtuali.
La criminalità organizzata ha associato alle proprie disponibilità finanziarie il know-how tecnico-informatico di alcuni imprenditori conniventi creando veri e propri network, fino ad avere un rapporto pienamente sinallagmatico tra mafie e fornitori di servizi specifici.
Le consorterie mafiose hanno dunque sviluppato una propria filiera illegale del gioco d’azzardo online, nonché colonizzato in parte l’offerta fisica legale sia con i «tradizionali» metodi estorsivi sia blandendo imprenditori conniventi.
Di fatto, la filiera «fisica» rappresenta l’anello debole della catena maggiormente esposto al condizionamento mafioso ed ha consentito una saldatura tra gestione della raccolta fisica e online, dirottando operazioni e clienti dai punti di offerta sul territorio sui circuiti illegali. Una strategia di ibridazione nella quale i punti di raccolta fisici fungono da reclutatori di clienti.
“DISTRUTTE SEMPRE PIÙ FAMIGLIE”
“Lo Studio nazionale di Federconsumatori da cui abbiamo elaborato il quadro del gioco nella nostra regione – spiega Mimma Iannello, Presidente di Federconsumatori Calabria – presenta dati di riflessione importanti sulla portata di un fenomeno in progressiva espansione. Deve crescere l’impegno a contrastare ogni fenomeno distorsivo, patologico ed illegale del gioco d’azzardo e rafforzare gli anticorpo culturali, sociali, sanitari ed istituzionali per fronteggiare il fenomeno dentro cui si incuneano prepotentemente gli interessi delle mafie”.
“Per la loro dimensione ed il loro impatto sociale – aggiunge – i dati regionali sul gioco vanno indagati e studiati per orientare contro le giuste misure. Purtroppo, le famiglie distrutte dalla dipendenza patologica del gioco sono sempre di più: spesso in mano all’usura o comunque vittime di una spirare di gioco-debiti a cui in molti casi è difficile trovare soluzione”.
Iannello evidenzia poi che nel 2018 la Calabria si è dotata di una legge avanzata (L.R. 9/2018 e s.m.), che affrontava anche il fenomeno del gioco d’azzardo e impegnava le istituzioni, la Regione ed i Comuni, a costruire le più opportune risposte.
“Negli ultimi tempi – precisa – si è fatto di tutto per depotenziarla e per liberalizzare il settore. Solo il protagonismo della rete regionale contro il gioco d’azzardo Mettiamoci in gioco, di cui fa parte Federconsumatori e tante altre Associazioni regionali che operano nel sociale, ha limitato i danni di una manomissione del testo originario della legge. Riteniamo inoltre un grave limite politico non avere dato seguito alla prima giornata regionale No slot day tenuta nel 2019”.
Per la portata del fenomeno del gioco d’azzardo secondo la presidente di Federconsumatori “occorre affermare lo spirito originario della legge e darne la piena attuazione. Purtroppo, la lobby del gioco d’azzardo è attiva e potente ovunque, al punto da aver ottenuto dal Parlamento, nel 2019, il divieto di diffusione dei dati al dettaglio del gioco d’azzardo”.
“Serve per questo giungere ad una legge quadro nazionale per regolamentare adeguatamente il settore, per limitare la capacità di marketing, di rilascio di licenze e concessioni, per accrescere la vigilanza delle reti del gioco, per garantire piena trasparenza sulla filiera, sull’identità dei giocatori, per assicurare l’inaccessibilità al gioco dei giovani, per monitorare e contrastare il fenomeno in ogni dimensione e componente, a partire da quella culturale” continua.
Su tutto, occorre contrastare e spezzare la rete criminale che alimenta il gioco d’azzardo legale ed illegale. Inoltre, anche alla luce dei recenti scandali sulle scommesse nel calcio, occorre impedire che, soprattutto i campioni dello sport, possano prestarsi a campagne pubblicitarie sul gioco d’azzardo per l’alto rischio di essere emulati fra giovani e meno giovani.”, conclude Iannello.
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