Diverse amministrazioni locali nell’intento di far quadrare i propri conti hanno utilizzato gli autovelox unicamente come bancomat, a scapito delle tasche dei cittadini, senza tenere in nessuna considerazione il tema prioritario e indifferibile della sicurezza stradale, posizionandoli soprattutto sulle strade altamente trafficate, senza nessun approfondimento elaborato e divulgato ai cittadini, prima di essere collocati secondo un principio legato esclusivamente alla sicurezza della circolazione e non tanto per fare cassa.
E’ quanto sostiene l’Avv. Saverio Cuoco, presidente regionale dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria ed è quanto accaduto anche nel comune di Reggio Calabria, dove per anni gli autovelox posizionati in città, soprattutto sulla tangenziale del porto e sulle bretelle del Calopinace, hanno procurato ingenti introiti alle casse del comune, contravvenendo alle esigenze di garantire trasparenza e correttezza ai cittadini, ignorando quanto previsto dalla normativa vigente ( art. 25, comma 2 della legge 120 del 2010 di riforma del codice della strada), attesa ormai da 14 anni sulla regolamentazione degli autovelox che prevede: “ con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’interno, sono definite le modalità di collocazione e uso dei dispositivi o mezzi tecnici di controllo”.
Naturalmente Comuni ed enti locali, i cui bilanci beneficiano enormemente dei proventi delle sanzioni stradali, hanno fatto di tutto per ritardare l’emanazione del provvedimento, in modo da avere carta bianca sulla collocazione degli autovelox sul territorio.
La questione autovelox rimane un problema irrisolto per i cittadini, ma conveniente per i comuni che li piazzano nei punti dove è più facile multare guidatori distratti (non velocisti), punti che non sempre coincidono con quelli con l’incidentalità più alta.
Disatteso è rimasto anche l’Osservatorio nazionale sulle sanzioni del codice della strada, istituito con D.L. 75/2023, presso il ministero delle infrastrutture e trasporti che avrebbe dovuto sovrintendere sul corretto utilizzo dei proventi delle multe stradali (un business da tre miliardi per i comuni) e dei dispositivi elettronici di controllo della velocità, nonché verificare le segnalazioni delle associazioni dei consumatori e avviare indagini conoscitive, il cui funzionamento sarebbe dovuto iniziare entro 90 giorni dalla conversione in legge del decreto (pubblicata in GU il 16 agosto 2023), ma del quale non si hanno notizie.
La denuncia dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria è: prevenzione si, accanimento no e l’ira dei cittadini multati è anche la presenza delle auto civetta, giudicate da molti al limite dell’”imboscamento”, determinando come spesso accade, che in prossimità dei rilevatori gli automobilisti inchiodano, per poi ripartire subito dopo, per reazione a tutta velocità, alla faccia della sicurezza.
reggiotv.it