Non è stata una morte immediata, legata all’impatto. Morgan Algeri e Tiziana Tozzo – originaria della provincia di Reggio Calabria, di Canolo – avevano provato a liberarsi dopo essere finiti sul lago di Como con la macchina di lui. L’uomo, da esperto (addestrato specificamente durante la sua esperienza di pilota e di subacqueo), sapeva come fare per provare a liberarsi, ma non è bastato. L’incidente sul lago di Como, con la Mercedes finita in acqua nella tarda serata di sabato 6 gennaio, ha così provocato la morte dei due, che si trovavano insieme in auto.

Dalla relazione dei Vigili del Fuoco di Como emerge però come, appunto, lui avesse provato a liberare entrambi dopo che la vettura è precipitata nelle gelide acque comasche. La relazione, consegnata, in Procura e alla Squadra mobile, conferma che era stata aperta la portiera lato guida e che i corpi dei due erano dal lato di lui, uno vicino all’altra. Da questo si dedurrebbe che Morgan abbia provato a liberarsi, così come previsto dalle misure di emergenza da adottare in questi casi e che lui conosceva.

Il finestrino del lato guida era parzialmente abbassato, proprio come suggeriscono le procedure in caso di macchina caduta in acqua, per poter aprire la portiera: fare entrare l’acqua poco per volta consente infatti di abbassare la pressione esterna al veicolo. Di conseguenza, i due occupanti erano riusciti a sganciare le cinture di sicurezza. L’auto aveva poi il tettuccio in frantumi, probabilmente a causa dell’impatto con il lago o per la pressione dell’acqua.

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