Ci sono tutte le ragioni per rimanere interdetti davanti a quella che è già stata denominata la truffa del catalogo. Sia perché viene sfruttata per fini loschi la buona fede della persone e sia perché si basa appunto su quei cataloghi cartacei di prodotti che stanno lentamente cedendo il posto in maniera definitiva a quelli online. Ma soprattutto si invita all’attenzione perché, come dimostrano i casi adesso denunciati, basta una firma per pagare migliaia di euro. Naturalmente senza il proprio reale consenso perché la merce che ci si ritrova ad acquistare non è stata ordinata ovvero non se ne ha bisogno. Proviamo allora a capire come avviene la truffa del catalogo e soprattutto come difendersi.

Come funziona allora la truffa del catalogo? In che modo i consumatori finiscono per cadere nella trappola? Non è corretto parlare di ingenuità perché viene chiesta una firma per la consegna del catalogo di accessori per la casa senza impegno d’acquisto, preceduta da una telefonata di avviso, ma in realtà si tratta di un contratto che impegna a fare acquisti per una cifra tutt’altro che contenuta di oltre 9.000 euro ovvero circa 3.000 euro più Iva all’anno per tre anni. Certo, bisogna sempre prestare attenzione a cosa si firma e occorre leggere sempre con attenzione il testo. Ma soprattutto tra gli anziani non ci sono la pazienza e la sufficiente consapevolezza di questo passaggio.

I truffatori lo sanno bene e approfittano della loro buona fede per rifilare un contratto con vincolo d’acquisto. Non solo l’impegno di spesa è elevato, ma si finisce poi per portare a casa prodotti tutt’altro che richiesti e necessari tra computer, elettrodomestici, materassi, mobili. Di tutto di più, insomma. Se qualcuno non dispone della cifra necessaria per completare l’operazione, ecco che scattano le proposte di finanziamento, destinate ad allungare i tempi (e ad allargare le cifre) per uscire da questo ingorgo. E in caso di ribellione scatterebbe le minacce di adire le vie legali per via della firma apposta sul contratto.

Nel caso in cui la firma è stata apposta, per difendersi dal raggiro del catalogo è possibile rivolgersi a un’associazione per la difesa dei diritti dei consumatori. Ma più in generale occorre ricordare come sia esercitabile il diritto recesso con l’invio di una raccomandata con ricevuta di ritorno entro e 14 giorni dalla firma. E in caso di consegna della merce, restituirla al mittente entro e non oltre 14 giorni dalla consegna.

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