R. e P.

In Costa Viola, Gente in Aspromonte ha camminato tra le falesie dalla caratteristica  struttura a terrazze, per la seconda escursione dell’anno. Lì dove le leggende diventano il tessuto stesso di un territorio, dove i mostri sono diventati pietre, e le coste da secoli hanno affascinato gli antichi naviganti, Gente in Aspromonte ha condotto gli escursionisti in un’area terrazzata ed ammaliante per le sue verdeggianti coltivazioni che arrivano quasi fin sul mare. E’ la Costa Viola, che ha fatto da scenario domenica 27 gennaio alla seconda escursione di Gente in Aspromonte, l’associazione escursionistica che cammina dal 1985. Partendo dal cimitero di Solano di Bagnara e seguendo la pista del Mulino risalente agli anni ’50, gli escursionisti hanno raggiunto prima contrada Verruccio e successivamente il Sentiero “Santareju” dal quale si domina un vero e proprio anfiteatro naturale situato tra i colli aspromontani e il mare. Non è un caso che in questo tratto di costa si parli di montagna a mare, perché proprio i riflessi delle rocce conferiscono a questo bellissimo pezzo di costa il suo caratteristico colore blu-viola. Ma la cosa che colpisce di più in questo luogo è il rapporto tra uomo e natura che proprio qui trova una fusione perfetta. La montagna, un presidio di materiale durissimo modificato dall’uomo con la costruzione sapiente, paziente e duratura dei muretti a secco, le “armacìe” su alcune delle quali (poche per la verità) ancora oggi viene coltivata la vite dalla quale si ottengono pregiati vini, e il mare che durante la vendemmia consentiva il trasporto dell’uva raccolta dai terrazzamenti alle cittadine. Una fusione che neanche i fenomeni sismici sono stati capaci di interrompere, incastonata in un paesaggio di rara bellezza caratterizzato anche dai resti archeologici di torri di guardia, ancora visibili lungo la costa, che testimoniano l’importanza strategica, insieme alla Via Popilia, di questo lembo di territorio sin
dall’epoca romana. L’escursione è proseguita in direzione della Torre che sovrasta l’A2, dove, continuando a salire su questo tratto di strada, gli escursionisti hanno raggiunto la sommità del poggio dal quale si domina il viadotto Sfalassà, l’imponente struttura chiamata “il gigante dell’A2”, e poi imboccando a sinistra un sentiero, il gruppo è tornato indietro percorrendo la contrada Linata.Dopo qualche dislivello e passando per il costone di Solalba, l’escursione si è conclusa al centro abitato di Solano nei pressi della fontana monumentale dove il gruppo ha portato a termine le attività domenicali dandosi appuntamento a domenica 10 febbraio per la terza escursione di Gente in Aspromonte che esplorerà la “Timpa mundata”, nel territorio di Caulonia. Negli occhi degli escursionisti tanta bellezza, in una giornata premiata da temperature quasi primaverili, assenza di vento e un tiepido sole schermato da poche nuvole. Ma negli stessi occhi anche le tante
immagini della deturpazione ambientale dovuta ad una serie innumerevole di discariche a cielo aperto. La facile accessibilità di quest’area per i mezzi pesanti, unita all’evidente carenza di controllo, ha permesso a soggetti senza scrupolo di macchiare l’ambiente con detriti di tutti i generi: frigoriferi industriali, materiali di risulta, plastiche ed elettrodomestici di ogni genere: una situazione dilagante e consolidata di illegalità che viola l’ambiente, che mortifica la collettività e che non merita alcuna giustificazione. Come di consueto, tutte le info sull’associazione e sulle prossime attività alla pagina www.genteinaspromonte.it dove sono sempre disponibili i contatti utili per aderire alle proposte di Gente in Aspromonte.