Diventano definitive le condanne per sei persone accusate della rapina da 8 milioni di euro avvenuta nel caveau della Sicurtransport a Caraffa di Catanzaro nel dicembre 2016. La Corte di Cassazione ha infatti rigettato i ricorsi presentati da Giovanni Passalacqua (condannato a 10 anni di reclusione); Dante Mannolo – cugino di secondo grado dell’omonimo collaboratore di giustizia – (10 anni), Carmine Fratepietro (10 anni e 8 mesi); Matteo Ladogana (10 anni e 8 mesi); Leonardo Passalacqua (10 anni e 8 mesi); Alessandro Morra (12 anni). Oltre a confermare l’accusa espressa nel secondo grado di giudizio, la Corte ha accolto il ricorso del Procuratore generale e ha annullato con rinvio la sentenza nei confronti di Giovanni Passalacqua e Dante Mannolo per quanto riguarda l’aggravante mafiosa che era stata esclusa nella decisione dei giudici dell’appello.

 

Sul punto dovrà esprimersi, con un nuovo giudizio, una nuova sezione della Corte d’Appello di Catanzaro. L’ideatore della rapina, secondo i magistrati antimafia di Catanzaro, sarebbe stato Giovanni Passalacqua, di etnia rom, membro della criminalità di Catanzaro. Prima di attuare il piano, Passalacqua avrebbe ottenuto il placet delle cosche crotonesi, tramite Dante Mannolo, in cambio di una parte del denaro. La Corte di Cassazione, inoltre, ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dalla parte civile Sicurtransport spa la quale chiedeva la condanna di Pasquale Pazienza, di Bitonto, difeso dall’avvocato Aldo Casalinuovo. Per Pazienza, assolto in appello, il sostituto procuratore generale non aveva ritenuto di presentare ricorso.

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