Inizierà domani la distribuzione alle Regioni e Province autonome dei primi 11.200 trattamenti completi dell’antivirale Paxlovid, nell’ambito del contratto finalizzato lo scorso 27 gennaio dalla Struttura Commissariale con la casa farmaceutica Pfizer, d’intesa con il Ministero della Salute.
Il contratto prevede la fornitura di complessivi 600 mila trattamenti completi nel corso del 2022, i quali verranno progressivamente distribuiti alle Regioni – non appena disponibili – secondo le indicazioni del Ministero della Salute e dell’AIFA.
Cos’è Paxlovid
Un’altra arma è in arrivo contro la pandemia. Le compresse, pensate per essere assunte a casa da chi è malato in forma lieve o moderata, contengono due principi attivi: l’antivirale Nirmatrelvir unito al Ritonavir. Il primo riduce l’abilità del virus di moltiplicarsi e il secondo moltiplica questo effetto. Gli studi dicono che si osserva una riduzione dell’89% dell’ospedalizzazione o della morte se Paxlovid viene somministrato entro 3 giorni dall’inizio dei sintomi, e dell’88% entro 5 giorni. Nel mese successivo al trattamento lo 0,8% dei pazienti trattati col farmaco è stato ricoverato per più di 24 ore, rispetto al 6,3% di coloro che hanno ricevuto un placebo.
“Va detto che gli studi sull’efficacia sono stati fatti con la variante Delta – spiega Mauro Marabini, direttore del dipartimento di Cure primarie dell’Ausl – e vedremo come cambieranno le cose con la Omicron, che di per sé sembra dare meno problemi clinici. Sulle prime, quindi, non sarà facile stabilire quanti ricoveri abbia evitato il farmaco e quanti l’ultima mutazione del virus”.
A gestire il nuovo farmaco saranno le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, in quanto Paxlovid sarà somministrato a domicilio: “E sarà destinato a quelle persone che potrebbero essere a rischio per condizioni pregresse – prosegue Marabini –. Il trattamento deve iniziare entro i primi giorni dalla comparsa dei sintomi”.