Nonostante  le piogge,  le   mareggiate e i   ripetuti appelli  lanciati da Associazioni, Cittadini e Amministrazione Comunale per la salvaguardia del sito archeologico di Kaulonia; nonostante  le poche e timide assicurazioni da parte della Soprintendenza sulla rapida soluzione della questione, non riusciamo a vedere la luce in fondo al tunnel. Le scoperte di Paolo Orsi e i 14 anni di scavi portati avanti dalla Soprintendenza di Reggio Calabria, le  Università di Pisa,  Firenze,  Reggio Calabria e la Normale di Pisa, rischiano finire in fondo al mare, soluzione forse da preferire vista la capacità di Poseidone di conservare meglio e più a lungo i reperti archeologici(vedi, per es., i Bronzi di Riace). Ma non avremmo più la possibilità di ammirarli. Allora, per sfinimento, proponiamo un’altra soluzione altrettanto drastica, ma, se non dovesse cambiare nulla, assolutamente  necessaria: i reperti più a rischio ( non solo a causa delle mareggiate, ma anche dei tombaroli), in particolare la stanza mosaicata delle terme dei “draghi e dei delfini”, a tutt’oggi coperta da terra e teloni, venga trasferita nei locali  del Museo di Monasterace, consentendo  ai cittadini e ai  turisti di poterla visitare e ammirare, in attesa di tempi migliori.

Sul sito archeologico potrebbe essere collocata una copia mosaicata o  una stampa fotografica su  un pannello dsito-archeologigo-kaulonia1ella stessa grandezza dell’originale,  opportunamente protetti. Del resto non è una novità né una profanazione, nel momento in cui si agisce per la salvaguardia del bene culturale: il Marco Aurelio in piazza del Campidoglio e i Cavalli della Basilica di San Marco sono una copia; gli originali sono conservati e protetti nei rispettivi Musei.

Ma non abbandoniamo ancora  la speranza di vedere, quanto prima, l’inizio dei  lavori per la salvaguardia e la valorizzazione di tutto il sito di Kaulonia.

 

Giovanni Scarfò

Presidio Italia Nostra

Monasterace