“È inaccettabile, che in uno Stato di Diritto, i bambini debbano essere impunemente oltraggiati, per qualsivoglia ragione, senza che uno straccio di Autorità costituita riesca ad intervenire”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, nel segnalare: “Una pagina Facebook, intitolata “Che schifo i neonati”, all’interno della quale è possibile trovare un post con foto ritraente una donna incinta e l’invito “Tira un calcio in pancia alla troia”, oppure un altro che immagina le ragioni della Franzoni, la madre riconosciuta in ultimo grado di giudizio colpevole di avere ucciso a Cogne il proprio bambino, oppure un altro dove i piccolini vengono definiti “merdosi involtini di tumore” ed altri similari”.

Per Marziale: “È altresì stucchevole il numero di adepti registrati, ben 5.401 ad oggi, numeri degni di un blog dedicato ad una rockstar, che per motivi diversi, anche in disaccordo con i contenuti della pagina, in ogni caso aderiscono. Un “insultario” a cielo aperto, cui fanno compagnia altre pagine come “Io odio i bambini” da noi debitamente denunciate alla Polizia delle Comunicazioni senza, ancora, alcuna risultanza in merito”.

Il presidente dell’Osservatorio incalza: “Se si fosse trattato di offese alle donne o ai gay sarebbe insorto tutto il panorama sociale e soprattutto politico, ed è significativo, invece, il silenzio intorno ai bambini. Ma noi non ci stiamo e ci appelliamo al presidente del Senato Piero Grasso, alla presidente della Camera Laura Boldrini, al presidente del ConsiglioMatteo Renzi e soprattutto al supremo garante dei nostri diritti, anche dei bambini, il Capo dello Stato Sergio Mattarella, affinché vogliano intervenire a sanare definitivamente il rapporto con l’azienda del signor Mark Zuckerberg, fondatore e titolare del social network, che nonostante migliaia di segnalazioni da parte di cittadini indignati continua imperterrito a tenere aperte le pagine. Questa – conclude il sociologo – non è libertà di pensiero, ma oltraggio alla dignità delle persone”.

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